Mi siedo al PC e comincio a scrivere crogiolandomi nella stabilità della connessione internet. So che non scomparirà sul più bello quando, dopo aver corretto l'ultima virgola, sarò pronta a pubblicare. Se i post dall'India hanno l'aspetto di pensieri scarabocchiati di getto senza riflettere troppo sulla forma, la colpa non è solo della montagna russa emotiva, ma anche e soprattutto della connessione ballerina. Atterrati mercoledì notte dopo più di ventiquattrore, nelle quali siamo passati dai trenta e più gradi di Goa al freddino pre-natalizio di Cagliari, ci siamo ammalati entrambi. Il mio raffreddore estivo è sceso nei bronchi e dopo aver temporeggiato per tre giorni mi sono detta che nessuno mi avrebbe dato una medaglia per aver resistito all'antibiotico così sabato mattina alle 5,40, in preda a jetlag e attacco di tosse ho cominciato a curarmi. Giusto in tempo per l'inizio del seminario di ashtanga, poche ore dopo. Se la montagna non va a Maometto, Maometto andrà alla montagna: Lalit ci ha concesso qualche giorno del suo tempo per praticare insieme a noi, quelli che ormai chiama 'la sua famiglia italiana'. Per me è stato un atterraggio morbido, conclusione ideale del mese appena trascorso, una estensione della bolla yogica nella quale sono stata sospesa per le ultime settimane. Ho aperto e trasformato casa in un ashram improvvisato, condividendo questi ultimi giorni con amici e compagni di cammino, di Cagliari e d' oltremare per praticare yoga e conoscere Lalit. Tre giorni di festa, circondata dal calore delle persone care che mi ha seguita fino in India e che ho poi trovato ad attendermi qui all'arrivo. Posso dire di essere atterrata solo oggi, con le lavatrici da fare, la roba che poco per volta recede nei cassetti e angoli in cui normalmente vive, l'albero di Natale e la spesa da organizzare e la ripresa dei corsi nei quali, per il mese di Novembre, Barbara e Alberto mi hanno generosamente sostituita (Namastè ragazzi, non so veramente come ringraziarvi _/\_ ). Alcune abitudini sono ancora quelle dell'India, le vecchie ancora difficili da riprendere. Le scarpe mi stanno strette, appena entro in casa le sfilo e le butto in un angolo, (per fortuna a lavoro sto scalza!), make up questo sconosciuto. Ci vorrà qualche giorno per lasciar sedimentare pensieri, sensazioni, e digerire il mese appena trascorso. Rimando l'ultimo post a quando sarò completamente sul fuso italiano.
martedì 9 dicembre 2014
If the mountain will not go to Lalit...
Mi siedo al PC e comincio a scrivere crogiolandomi nella stabilità della connessione internet. So che non scomparirà sul più bello quando, dopo aver corretto l'ultima virgola, sarò pronta a pubblicare. Se i post dall'India hanno l'aspetto di pensieri scarabocchiati di getto senza riflettere troppo sulla forma, la colpa non è solo della montagna russa emotiva, ma anche e soprattutto della connessione ballerina. Atterrati mercoledì notte dopo più di ventiquattrore, nelle quali siamo passati dai trenta e più gradi di Goa al freddino pre-natalizio di Cagliari, ci siamo ammalati entrambi. Il mio raffreddore estivo è sceso nei bronchi e dopo aver temporeggiato per tre giorni mi sono detta che nessuno mi avrebbe dato una medaglia per aver resistito all'antibiotico così sabato mattina alle 5,40, in preda a jetlag e attacco di tosse ho cominciato a curarmi. Giusto in tempo per l'inizio del seminario di ashtanga, poche ore dopo. Se la montagna non va a Maometto, Maometto andrà alla montagna: Lalit ci ha concesso qualche giorno del suo tempo per praticare insieme a noi, quelli che ormai chiama 'la sua famiglia italiana'. Per me è stato un atterraggio morbido, conclusione ideale del mese appena trascorso, una estensione della bolla yogica nella quale sono stata sospesa per le ultime settimane. Ho aperto e trasformato casa in un ashram improvvisato, condividendo questi ultimi giorni con amici e compagni di cammino, di Cagliari e d' oltremare per praticare yoga e conoscere Lalit. Tre giorni di festa, circondata dal calore delle persone care che mi ha seguita fino in India e che ho poi trovato ad attendermi qui all'arrivo. Posso dire di essere atterrata solo oggi, con le lavatrici da fare, la roba che poco per volta recede nei cassetti e angoli in cui normalmente vive, l'albero di Natale e la spesa da organizzare e la ripresa dei corsi nei quali, per il mese di Novembre, Barbara e Alberto mi hanno generosamente sostituita (Namastè ragazzi, non so veramente come ringraziarvi _/\_ ). Alcune abitudini sono ancora quelle dell'India, le vecchie ancora difficili da riprendere. Le scarpe mi stanno strette, appena entro in casa le sfilo e le butto in un angolo, (per fortuna a lavoro sto scalza!), make up questo sconosciuto. Ci vorrà qualche giorno per lasciar sedimentare pensieri, sensazioni, e digerire il mese appena trascorso. Rimando l'ultimo post a quando sarò completamente sul fuso italiano.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
ohi ahi ohi
Posta un commento