mercoledì 30 gennaio 2008

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Bondi Beach


Bronte


Tamarama


Tra Tamarama e Bondi

Beach Bums

Dopo lo scontro di Sara con la medusa siamo rimasti per qualche giorno lontani dal mare. Le spiagge intorno a Sydney sono tutte 'ocean beaches', con forti correnti, vento e onde. E' un mare pericoloso, adatto a fare surf ma non l'ideale per nuotare. Per questo, in ogni spiaggia si trova almeno una piscina di acqua salata costruita ai bordi dell'oceano che con l'alta marea entra in forma di onde piu' o meno violente. Spesso, se le onde sono particolarmente alte, i bagnini dicono di stare lontani dal bordo esterno perche' si corre il richio di essere spazzati via in mare aperto.
C'e' voluto un po' per ambientarsi ed entrare nello spirito, ma alla fine abbiamo trovato il posto che fa per noi. Bronte, Tamarama e Bondi sono tre spiagge nel sud della baia unite da una passeggiata sulla costa che arriva fino a oltre Coogee. Bronte beach e' quella che preferiamo, una mezzaluna di sabbia chiusa da due promontori di roccia e con alle spalle un parco con alberi, prato e tavoli per mangiare all'aperto e all'ombra. Sul lato sud c'e' uno specchio di mare calmo, the Bogey Hole, perche' circondato dalle rocce forma una specie di piscina naturale dove onde e correnti sono meno forti. E' il nostro punto di partenza, da li' arriviamo alla spiaggia successiva, Tamarama, piu' stretta e profonda con un unico caffe'con i tavoli sulla spiaggia. Continuiamo poi fino a Bondi, la piu' grande e famosa, e per questo anche piu' affollata. E' quella preferita dai surfisti e dagli stranieri per i quali Bondi e' sinonimo di Australia e vita sulla spiaggia. Da li', insieme ad una folla di gente spesso scalza, in costume e con tavola da surf sottobraccio, riprendiamo l'autobus per tornare a casa.

Bondi Beach


Tamarama Beach






Martedi' sera abbiamo fatto da zavorra al 'Wind is Free' nella regata 'Twilight' organizzata dal Dremoyne Yacht Club. Siamo arrivati sedicesimi, su diciasette, ma ci siamo divertiti! Lo skipper assicura che il risultato non e' dipeso da noi (la settimana prima erano arrivati secondi), ma dice che la prossima volta ci fa nuotare...



Nina and Gary ready to tack


Sara in charge


Ludi

domenica 27 gennaio 2008

'Well, it ain't gonna kill you!'

Non voglio scrivere una guida turistica, anche se la tentazione di riscrivere la Rough Guide a volte e' forte, ma ogni tanto mi entusiasmo per posti come questo e penso che meritino di essere condivisi:

Vargabarespresso
10 Wilson Street
Newtown
Sydney

Dove Duncan ci ha portati per colazione: cappuccino vero, frappe' al cioccolato fantastico mi dicono le figlie, burrito con bacon e uova, frittelle con mango e mirtilli, ciotole di macedonia di frutta e yogurt, ce n'e' per tutti i gusti, il tutto per 10 AU$ a testa. Una bella atmosfera rilassata e friendly staff, un'estensione di casa propria.



Abbiamo passato il resto della giornata a casa di Kara e James dove Nina e Sara hanno fatto amicizia con le loro bambine: Milly, Emma e Sophie (Thank you guys for your great hospitality and the 'luvly' barbecue!)



Il giorno prima Francesca mi aveva fatto notare di aver lasciato fuori dalla lista dei mostri l' 'Huntsman', un ragno grande quanto una mano, non letale, ma comuque pericoloso perchè morde e fa male. Ed eccolo lì: aveva appena fatto buio, le bambine erano ancora in giardino a giocare, quando a un certo punto vengono a dirci tutte eccitate di aver trovato un 'baby Huntsman' sopra la finestra. Alle mie esclamazioni di orrore, Nina ha risposto in perfetto spirito australiano : "Why are you getting so worked up mum? It doesn't kill you!"

Australia Day

Il 26 Gennaio si celebra Australia Day, la commemorazione del primo insediamento di coloni europei in Australia avvenuta nel 1778 quando Captain Philip della Marina Britannica fondo' la colonia penale di Sydney Cove. "Nel giorno di Australia Day ci uniamo per celebrare tutto cio' che ci rende grandi come nazione e come australiani. E' il giorno in cui riflettiamo sui nostri successi passati e su tutto cio' di cui dobbiamo essere orgogliosi."
Uno dei temi principali e' quello della diversita' di cui gli australiani sono giustamente molto fieri. Nonostante questo, la stessa giornata di festa viene chiamata dagli aborigeni 'Invasion Day'. Nata come una colonia penale del Regno Unito, dopo le varie ondate di galeotti inglesi e irlandesi, diversi altri emigranti sono arrivati in Australia sia dall'Europa, soprattutto dopo la guerra, che dall'Asia. Fino al 1977 le frontiere erano aperte a tutti gli europei. Oggi ogni cultura ed etnia e' rappresentata a Sydney, ma gli australiani piu' autentici sono quelli che vantano almeno un galeotto nell'albero genealogico. Diversi libri si potrebbero scrivere andando a indagare nella storia delle famiglie australiane, soprattutto in una come quella del nostro amico Duncan che conta piu' di un antenato galeotto, ma che da parte di madre e' imparentato col Duca di Wellington, it doesn't get more Australian than that!
Per quanto ci riguarda, anche noi ci siamo uniti all'atmosfera di festa nazionale e passato la giornata in citta', da una parte all'altra della baia in traghetto, in cerca di artigianato aborigeno nei vari mercatini. Anche se la guida lo considera troppo turistico, per ora quello che ci e' piaciuto di piu' e' quello di The Rocks, la penisola sotto Sydney Harbour Bridge. La sera abbiamo cenato con Duncan a Darling Harbour e visto i fuochi d'artificio che secondo Nina e Sara erano belli almeno come quelli di Ferragosto a Sassari.



Darling Harbour


giovedì 24 gennaio 2008

Wildlife

Squalo Nutrice nell'Acquario di Sydney


"Mettete sempre la protezione totale: Sydney e' la capitale mondiale del melanoma, nuotate tra le bandiere e state lontani dai ragni." Questi gli avvertimenti di Gary lasciandoci al nostro primo giorno in Auastralia. Ventiquattro ore dopo avevamo gia' avuto il primo incontro/scontro con la fauna locale. Sara si e' meritata la cittadinanza onoraria dopo aver ricevuto il battesimo del Mar di Tasmania quando arrivata da appena cinque minuti sulla spiaggia di Coogee e' stata punta da una Bluebottle, una medusa conosciuta anche come 'Portuguese Man O'War". 40 minuti di urla, ammoniaca, cortisone e antistaminico piu' tardi ha cominciato a calmarsi. Ora sta bene ed esibisce come forma originale di body art un braccialetto rosso fuoco intorno alla gamba destra. Non male come primo giorno, ma poteva andare molto peggio.
Anche se sono proprio dappertutto e la fobia piu' comune associata all'Australia, gli squali sono responsabili solo per poco piu' di una fatalita' all'anno (tutti turisti giapponesi pare). Per quanto riguarda i killers spettacolari, gli australiani parlano con molto piu' rispetto dei coccodrilli di acqua salata, quelli che vivono alle foci dei fiumi. Qualche anno fa uno particolarmente scorbutico nella zona di Darwin, infastidito dal rumore dei motoscafi, ne ha addentato uno portandosi via tutta la parte posteriore della barca. Dopo l'incidente hanno deciso di metterlo ad uso migliore e adesso e' in mostra imbalsamato in un museo. L'apertura della bocca e' piu' grande di un uomo di media statura.
Quelli che statisticamente fanno piu' danni pero' sono gli insetti. Tra i miei preferiti: "Red Back", un ragno della famiglia della Vedova Nera che trovi in giardino e a volte anche in casa, che quando punge manda dritto in ospedale o, in mancanza di antidoto, all'altro mondo. "Sydney Funnel Web Spider" e' ancora peggio, ma mi assicurano anche piu' difficile da incontrare. Mentre il primo da ragno si comporta e punge solo per difendersi, il secondo e' aggressivo e tende ad attaccare per primo. La scoperta dell'antidoto e' recente, ma da allora non ha piu' ammazzato nessuno.
Altre due simpatiche creature marine che uccidono solo a guardarle sono: 'Box Jelly Fish", una medusa piccola di dimensioni, ma con un veleno mortale, e il "Blue Ringed Octopus", un polpo che da solo ha abbastanza veleno per uccidere piu' di 20 adulti in pochi minuti. Nella stagione giusta tutti e due vengono portati a riva dalle onde e si trovano comunemente sulla spiaggia. Comincio a chiedermi se riusciremo a sopravvivere tre mesi!

mercoledì 23 gennaio 2008

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... e dall'acqua



Sydney bay dal traghetto


... e dal balcone di Ludi e Gary.

martedì 22 gennaio 2008

LA Foto...

... da diversi punti di vista.

Sydney Harbour Bridge


Opera House from Circular Quay


... from Botanic Gardens





... and again!

lunedì 21 gennaio 2008

Randwick Residents

Altre dieci ore di aereo, Qantas questa volta e Boy, were we impressed!, e ci troviamo quasi senza accorgercene nella seconda tappa del viaggio. L'assenza di jetlag e' una piacevole novita'. Il comitato di benvenuto australiano e' venuto ad accoglierci all'aeroporto di Sydney: Ludi e Gary sono venuti a prenderci e dopo un bicchiere di vino, naturalmente australiano, ci hanno lasciato prendere possesso delle due stanze + balcone che per le prossime settimane chiameremo casa.
Finalmente abbiamo disfatto i bagagli e messo tutto in armadi e cassetti. Nina e Sara hanno riscoperto la TV con tutti i cartoni che guardano a casa e la lavatrice sta gia' facendo lo straordinario. Siamo su Alison Road, a Randwick, 20 minuti di autobus dal centro e 10 dalla spiaggia di Coogee. Piove, ma fa caldo e dalla finestra sul giardino abbiamo sentito il primo cuckaburra ridere. L'atmosfera del vicinato non e' diversa da uno dei tanti quartieri periferici di Londra o Wexford Street a Dublino. Su Belmore Road che abbiamo scoperto oggi, caffe', take aways libanesi, cinesi e tailandesi si alternano a lavanderie a gettoni, agenzie di viaggi e piccoli negozi di alimentari. Nonne col carrellino della spesa, bambini che mangiano un gelato e backpackers passeggiano per la strada, dentro e fuori dai negozi. Nonostante l'immancabile negozio Vodafone, il quartiere ha un'atmosfera autentica, di posto dove la gente vive davvero, non da centro commerciale asettico.
Abbiamo fatto la spesa a piedi comprando nel negozio del pane e in uno di frutta e verdura con una varieta' incredibile di frutta tropicale, preso il primo caffe' e fatto le prime scoperte utili: un sushi take away e un negozio di formaggi e salumi italiani. Anche Nina e Sara hanno aiutato a portare le buste. Tornati a casa, abbiamo cenato sul balcone e dopo aver cucinato per la prima volta in tre settimane, possiamo dire di esserci sistemati.

sabato 19 gennaio 2008

Guerrieri di Pannacotta

La cosa che ci ha stupito di piu' nel comportamento delle bambine e' la normalita'. Tutto sommato sono esattamente le stesse, come fossimo a casa. Hanno superato il jetlag senza traumi, anche se un paio di volte si sono addormentate con la testa sul tavolo. Sono piacevolmente sorprese dell'interesse che suscitano nella gente, ma ogni tanto si lamentano di qualcuno che le abbracci senza permesso e si faccia scattare una foto.
Mangiano piu' o meno tutto, sono diventate fans di bauzi e chicken Gong Bao, ma preferiscono sempre McDonalds e qualche volta le accontentiamo. Dopo uno dei primi giorni in cui tornando dalla muraglia abbiamo dovuto farci lasciare dall'autobus in una periferia sconosciuta di Pechino e spogliare Sara per strada con -5 perche' non la teneva piu', hanno imparato non solo a mangiare, ma anche ad andare in bagno quando possono anzi che quando devono. In generale hanno imparato ad esercitare la pazienza perche' in questa situazione spesso non si puo' soddisfare un bisogno immediatamente come farebbero a casa. Camminano per chilometri nel freddo e nella pioggia, non si lamentano della poca scelta di vestiti e chiedono di cambiare la maglietta solo quando ha odore di Pringles.
Nelle citta' affollate, ogni volta che usciamo per strada si attaccano automaticamente una alla mia mano, l'altra alla mano di Brendan e non mollano fino a che non rientriamo. Per ora sono contente della nostra compagnia e non cercano le amiche anche se hanno mandato qualche email e scritto sul loro blog per le classi (ninaandsara.blogspot.com). Nina ha acquisito una passione per i mercatini dell'antiquariato e per la discussione del prezzo, Sara preferisce sempre i grandi magazzini. Fanno i compiti, leggono Harry Potter e La Banda dei Cinque, giocano col Nintendo e bisticciano, come a casa. Sono curiose e interessate alle cose nuove che vedono, ma si preoccupano di piu' di quello che ci sara' per dessert, esattamente come a casa.

mercoledì 16 gennaio 2008

Cina: Cinque Pillole per Sopravvivere

E siamo arrivati quasi alla fine della prima tappa, tutti interi e in budget. Visti il Bund, la Concessione Francese, Pearl Tower e città vecchia, l'ultima emozione da provare a Shanghi sarà il Maglev (alcuni sono più eccitati di altri), il treno a levitazione magnetica che Domenica ci porterà a Pudong International Airport. Dopo aver preso a calci le valigie in un attacco di nervi (mio) all'aeroporto di Yichang finalmente ci siamo liberati di un po' di roba e spedito a casa il primo pacco. Mi convinco sempre di più che le uniche cose indispensabili sono passaporto e carte di credito, il resto non serve, anzi è un ostacolo: qualunque cosa si può comprare, e poi abbandonare, per strada.

Detto questo, poche righe per condividere la saggezza acquisita in 3 settimane di Cina:

1) I bagni pubblici fanno schifo e il posto è molto inquinato. Non so quali siano le statistiche, e probabilmente quelle ufficiali sono molto piu' basse di quelle vere, ma devono morire a migliaia per i problemi respiratori causati dall'aria avvelenata delle grandi citta'.

2) Per scongiurare la maledizione di Shi Huang Di, mai mettersi in bocca acqua che non sia bollita o minerale, neppure per lavarsi i denti. Mangiare dove mangia la gente locale, anche per strada, ma evitare i cibi crudi. La cucina occidentale si trova dappertutto (anche catene come Pizza Hut, Starbucks, McDonald's etc), ma costa come in Europa e non è ne' buona ne' pulita come quella locale.

3) Anche se sputano dappertutto e proprio non sanno fare la fila, (ti calpestano senza neanche guardarti ma se li metti al loro posto si fanno educatamente da parte), i cinesi sono molto aperti, gentili e curiosi degli stranieri. Mai ci siamo sentiti minacciati o in situazioni pericolose neppure nei bassifondi di Pechino o Shanghai, forse perchè hanno un modo molto più raffinato ed elegante di sfilare i soldi a noi laowei=stranieri... che porta al prossimo punto:

4) Sempre contrattare qualunque prezzo, nei negozi, ma anche ristoranti, alberghi e taxi:
"Quanto vuoi per portarci all'aeroporto?"
"150."
"90!"
"150!!"
"90, e se mi fai perdere l'aereo non ti do neanche quelli!!!"
"OK, 90."
Anche così, appena si abbassa la guardia, e in 3 settimane è successo troppo spesso, ti imbrogliano che è una bellezza.

5) Pochissimi parlano inglese, il poco che parlano è una versione più o meno incomprensibile di Chinglish, e anche caretelli e indicazioni raramente sono tradotti. ATTENZIONE: DO NOT ATTEMPT THIS AT HOME WITHOUT SOME CHINESE!! Tutti i viaggiatori indipendenti che abbiamo incontrato parlavano almeno un po' di cinese.


Varie:
A meno che non ci siano motivi validi, tipo tabella di marcia come la nostra, evitare pieno inverno e piena estate, il clima è estremo.
Hotels, ostelli e pensioni:
Beijing: Novotel Xinqiao
Xi'an; Bell Tower Hotel
Chengdu: Sim's Cozy Guesthouse
Yangtze: Victoria Cruise
Shanghai: The Seventh Heaven
Unico bancomat che parli inglese: Bank of China
Catena di ristoranti giapponesi, cheap and clean: Ramen Ajisien
Per la prima volta la Rough Guide ci ha deluso, imprecisa e poco aggiornata, spesso abbiamo dovuto improvvisare.

Gli eroi delle tre settimane cinesi:
Beiyan che ha prevenuto un disastro prenotando i nostri transfers da Beijing a Xi'an, Xi'an-Chengdu, Yichang-Shanghai.
Jolin di Yatour che chiamata al telefono a colmare le lacune nel cinese di Brendan che bloccavano la fila alla biglietteria della stazione ci ha aiutato a prenotare il treno da Chengdu a Chongquing.
Luther di Victoria Cruise, che facendoci uscire dalla sala macchine e trovandoci un taxi gridando dal ponte ancora prima di attraccare ci ha consentito di non perdere l'aereo per Shanghai.
Sim, perche' chiunque riesca a offrire un letto e acqua calda per 5 euro a notte, cibo praticamente gratis e fare un profitto merita di essere un eroe!
Brendan, 'wo de laogong', senza il cui irritante talento per le lingue straniere non avremmo potuto sopravvivere indenni 3 settimane di Cina.

Grazie a tutti quelli che hanno lasciato un commento, soprattutto ai nuovi arrivati: Mauro, Luigi, Silvia, ma anche Max, Luz, Gio, Mamma, Ivan e Giangi; appena oltre il Firewall cinese ricomincero' a rispondere a tutti :-)

Prossimo post da Sydney

Beijing: La Città Proibita











Tea House in Chengdu





Dien Dien




"Ma quanti ne devo baciare di questi?!"




Shanghai: Vista dal Settimo Cielo




Loonie in Beijing Tea House




Backpackers





martedì 15 gennaio 2008

Chinglish

Abbiamo visto molti esempi di Chinglish, ma questo li batte tutti:



Dopo una mattina persa a cercare un fantomatico autobus per fare un giro turistico della citta' siamo arrivati a Chenghuang Miao, una Chinatown per cinesi dove Brendan ha insistito per andare a mangiare in un posto autentico di cui aveva letto sulla guida. Stanchi, bagnati e infreddoliti, ci lasciamo la sicurezza di un MacDonald's alle spalle, arriviamo finalmente a destinazione e troviamo questa scritta sulla vetrina di una tavola calda dove la gente faceva a spinte ad entrare: "Dumplings stuffed with the ovary and digestive glands of a crad" (Ravioli ripieni con l'ovaio e le ghiandole digestive di un glanchio).
Dopo un ammutinamento generale siamo finiti da Kentucky Fried Chicken.

lunedì 14 gennaio 2008

Shanghai



Dopo una settimana nel cuore profondo e speziato della Cina arriviamo a Shanghai e WOW! e' come essere catapultati in un altro universo. Piu' scintillante e moderna di una capitale europea, con negozi e locali cosmopoliti ad ogni angolo, sembra capace di soddisfare qualunque capriccio. Per i prossimi 7 giorni il Seventh Heaven, trovato su una guida francese abbandonata nella libraria di Sim, sara' casa. Settimo cielo perche' al settimo piano di un grattacielo. Siamo sulla Nanjing Dong Lu, la shopping street piu' famosa della Cina, una volta centro del quartiere malfamato della citta' frequentato dai marinai. Le prime 24 ore sono state piu' che positive: ci hanno sorpreso con il primo vero cappuccino dopo l'ultimo bevuto in Sardegna a Settembre, e consentito di comprare 1000 Nintendo Games per 60 euro con gioia enorme di Nina e Sara.

Non abbiamo ambizioni particolari per i prossimi giorni, vogliamo esplorare con calma la citta' e riposarci. I giorni sul fiume sono stati intensi, densi di escursioni e visite guidate con un freddo che ha messo a dura prova anche la nostra attrezzatura da climi estremi. Anche tenere d'occhio le figlie essendo circondati sempre dall'acqua ha richiesto vigilanza costante: alla prima occasione Sara scappava sul ponte e insisteva a fare Kate, sperando forse che da qualche parte spuntasse Leo a salvarla., dovendosi alla fine accontentare delle sgridate dei genitori.

Tre Giorni sullo Yangtze







Fengdu - la citta' dei fantasmi.











Le gole dello Yangtze

domenica 13 gennaio 2008

Da Viaggiatori a Turisti

I treni mi stressano, quelli cinesi mi mandano in panico. La stazione di Chengdu è meglio di quella di Beijing, ma la gente è sempre uguale: spingono, non sanno fare le file e passare i controlli di sicurezza con quasi 80kg di bagagli e cercando di non perdere le figlie è un incubo. Per fortuna non erano rimasti biglietti se non i più cari (5euro a testa per 4 ore di viaggio!) così abbiamo potuto usufruire del VIP lounge dove abbiamo passato due ore prima della partenza. Ancora una volta eravamo gli unici occidentali, ancora una volta la gente si è dimostrata aperta, curiosa, quasi ansiosa di fare amicizia. Superato il momento iniziale, il treno è comunque un bel posto per comunicare, per osservare ed imparare qualcosa a proposito della gente locale. Dopo la prima ora di viaggio Brendan ha coinvolto i suoi vicini in un dibattito sulle varianti regionali della cucina cinese a cui poi si sono aggiunti i 4 delle poltrone vicine. Io e Sara, senza possibilità di comunicare, facevamo i compiti di matematica sotto lo sguardo vigile delle nostre vicine che commentavano tra loro ogni pagina del libro di esercizi e facevano grandi sorrisi quando vedevano i risultati. Scendendo dal treno ci hanno tutti aiutato con i bagagli.

Arrivati a Chongching abbiamo cambiato mondo: dalla stazione ci sono venuti a prendere per portarci sulla nave sulla quale passeremo i prossimi 3 giorni sullo Yangtze, attraverso la diga delle tre gole, fino a Yichang dove prenderemo un volo per Shanghai. Per la prima volta da quando siamo partiti proviamo il lusso di delegare tutte le responsabilità affidandoci agli organizzatori della crociera. L'idea di essere semplicemente passeggeri per i prossimi 3 giorni è piacevole, ma è strano seguire una tabella di marcia imposta. A nche i compagni di viaggio sono diversi, principalmente di lingua inglese e parte di un viaggio organizzato. Il contrasto con l'atmosfera hippy-culturale dei viaggiatori indipendenti di Sim's è drammatico e il cambiamento richiede un adattamento mentale. A parte tutto, è bellissimo poter mettere i jeans sporchi nella busta della lavanderia e ritrovarli magicamente puliti dopo qualche ora!

mercoledì 9 gennaio 2008

Chengdu

La citta' e' un buco nero, non si puo' dire altro. Siamo arrivati in aereo da Xi'an e immediatamente siamo stati assaliti dallo smog che ti prende alla gola rendendo difficile respirare. Chengdu sembra incorporare tutti gli aspetti negativi della Cina che fino ad ora avevamo evitato. La citta' e' sporca, umida, con una nebbia inquinata che offusca perennemente il sole.

Nonostante questo, anche Chengdu ha i suoi lati positivi. Prima di tutto i motivi per cui saimo venuti qui: i pandas che sono bellissimi e abbiamo potuto vedere da vicino, ed il Buddha gigante di Leshan, personalmente la cosa piu' suggestiva che ho visto finora. Abbiamo raggiunto Leshan dopo 4 ore di macchina scassata e senza sospensioni: l'autostrada era bloccata dalla nebbia e l'autista ha dovuto prendere delle strade secondarie. I cinesi guidano come pazzi, sorpassano da tutte le parti, anche nelle corsie di emergenza, non sembrano esserci regole se non che il piu' grande ha la precedenza. Gli autobus prima di tutto, poi le macchine, le moto e le biciclette. I pedoni non esistono, ogni volta che attraversi la strada lo fai a tuo rischio e pericolo, anche scendendo da un autobus le biciclette ti vengono addosso senza neanche rallentare.

La statua del Buddha e' alta 70 metri, scavata nel fianco della montagna davanti al fiume e vecchia di 1300 anni. La si raggiunge dalla strada dopo una scalinata intagliata nella montagna all'interno di un parco nel cui complesso si trovano anche altri templi ed un giardino.

L'altro vantaggio di Chengdu e' la nostra guesthouse. Superato lo shock di vedere due maiali che giocavano tranquillamente in giardino con un cagnolino al nostro arrivo, siamo subito entrati nello spirito di Sim's Cozy e ci siamo mescolati alla sua popolazione. La lavatrice non funziona come quella di casa, il posto e' un po' un casino perche' si sono appena trasferiti, ma la gente e' molto ospitale, gentile e disponibile e si mangia benissimo! La cucina sechuanese e' famosa per essere la migliore della Cina e sicuramente non ha deluso le aspettative. Piccantissima perche' piena di peperoncino, ma molto saporita e (anche se Max non mi crede), a base di ingredienti freschi che non perdono il loro sapore nonostante le spezie. Il cuoco di Sim's e' particolarmente bravo e produce qualsiasi cosa sul menu a qualunque ora del giorno o della notte. Qui ceniamo con 4 euro in 4, birra compresa, e dormiamo con 20e a notte. Il nostro posto preferito e' la stanza stile giapponese al secondo piano sopra il bar dove seduti per terra sui cuscini, mangiamo, giochiamo a mahjong o scriviamo il blog. Sara e' diventata amica di Dien Dien, il cagnolino che giocava con i maiali, e che ogni tanto le si attacca ai jeans e non la molla finche' non la solleviamo di peso. A questo punto abbiamo l'aspetto di veri e propri back packers, peccato che domani dobbiamo ripartire.











sabato 5 gennaio 2008

Xi'an



Siamo arrivati a Xi'an dopo 12 ore di treno viaggiando di notte. Beijing Western Station e' stata abbastanza difficile da gestirsi: una Babele grande come un aeroporto, piena di gente a spinte anche alle nove di sera, con bagagli e bambine da trascinarsi dietro. Eravamo gli unici occidentali in giro e una volta sistemati nella sala d'aspetto come al solito la gente cercava di chiacchierare amichevolmente o semplicemente si metteva davanti a fissarci come fenomeni da circo. Il viaggio in treno e' stato comodo, meglio che nell'ultimo equivalente europeo che ho preso.



Abbiamo passato la giornata in giro a piedi per la citta' che e' una delle piu' ricche e indistrializzate della Cina. Il centro si divide in un'area commerciale con grandi magazzini, negozi di designers, tutte le catene internazionali tipo Starbucks e MacDonald's, e il Quartiere Mussulmano, un labirinto di negozi di artigianato e bancarelle con roba da mangiare preparata sul momento. E' li' che abbiamo imparato una bella lezione nell'arte del contrattare: un set di chopsticks in una prima bancarella andavano 240Y (24E), trovati uguali in un'altra per 180Y, comprati a 140 convinti di fare un affare e poi visti dietro l'angolo per 65! Appena mi sono resa conto della fregatura ho cominciato a dire "NOOO!" e la tipa del negozio, pensando che mi stessi lamentando del prezzo ha cominciato a calare "Ok, 50, 40..." piu' lei calava piu' io mi disperavo, piu' mi disperavo piu' lei calava. Siamo arrivati a 35, alche' le ho spiegato che non avevo nessuna intenzione di comprare perche' ce li avevo gia', ha capito cosa stava succedendo ed e' finita con una risata.
Adesso contrattiamo qualunque cosa, anche le bottiglie d'acqua se ci dicono 200 offriamo 20 e alla fine la spuntiamo sempre. Se ti danno la merce di mala grazia capisci che probabilmente hai pagato un prezzo vicino a quello giusto. Ogni lezione si paga e la nostra, facendo il calcolo di quello che avremmo potuto contrattare ma non l'abbiamo fatto, ammonta a quasi 50E.

Guerrieri di Terracotta





Nina che mangia un budino di riso comprato alle bancarelle del Quartiere Mussulmano. Oggi abbiamo pranzato per strada con 2 euro in 4, speriamo solo che non ci colga la maledizione di Qing Shi Huang...