venerdì 4 gennaio 2008

Ultime ore a Pechino

Seduti ad un tavolo di Pizza Hut (ebbene si, abbiamo nuovamente ceduto al richiamo dell' Occidente), facciamo ora prima di prendere il treno che ci portera' a Xi'an. Abbiamo passato la giornata tra La Citta' Proibita e il tempio di Yonge Gong dove Sara e' rimasta affascinata dal Buddha. Tra le mie due figlie e' decisamente lei la piu' religiosa, Nina passata la comunione si dichiara agnostica. Le osservavo tutte e due guardare incantate le statue dorate con offerte di fiori e frutta davanti e i fedeli che bruciavano incenso durante la preghiera, ho capito come per la prima volta comprendessero veramente quello che piu' volte abbiamo cercato di spiegare loro: che diverse persone credono in cose diverse ma non per questo meno valide e che al mondo c'e' posto per tutti.

Pechino ci e' piaciuta moltissimo, ma e' ora di lasciarla. Anche se in transito, seduta al tavolo di un locale pubblico come unico punto fisso, mi sento stranamente a casa. Credo che per gli altri sia lo stesso, Brendan legge e le bambine disegnano, nessuno sembra essere particolarmente turbato dalla precarieta' della situazione. Molto presto all'inizio di questa esperienza stiamo imparando come il sentirsi a casa sia piu' che altro uno stato mentale e non abbia molto a che fare con un luogo specifico. Sentirsi a casa nella propria testa, e' quello che conta, allora ci si accorge che non si ha bisogno di molto altro.

4 commenti:

Unknown ha detto...

Essere a casa come stato mentale è una teoria interessante. Fate le cose con una naturalezza e una serenità invidiabili. Quanti hanno la fortuna di essere così equilibrati? Pochi, la gran parte delle persone confondono l'avere una casa con l'essere a casa, e rincorrono il possesso come unica ragione di vita. Credo che più delle case che potrete lasciare alle vostre figlie sarà più importante il senso di casa che gli state dando.

Un abbraccio.

Mr Smiss ha detto...

Bravo Giangi! Sei arrivato prima di me ma avrei detto la stessa cosa!
Quindi non posso fare altro che approvare quello che hai appena detto tu!

Luz ha detto...

Mi associo ad entrambi...e per farlo scrivo le parole di una canzone: "Da tanti anni non mi chiedo più quale posto è la mia casa, perchè ho scoperto che la mia casa è insieme a me ovunque vada..."E'comunque la nostra natura, a imporci di sentirci a casa, una specie di spirito di sopravvivenza...Bravi ragazzi, continuate a mostrarci un po' di mondo!!

Laura F ha detto...

Le, a proposito di Pechino, cosa ci dici dei preparativi per le Olimpiadi ? Procedono a ritmi serrati ?

Quanto al concetto di casa che dire, io credo di averne tante e nessuna per sempre. La cosa che m'incuriosisce è cosa penserò a 70 anni: quante case avrò avuto ? Avrò finalmente trovato "la" casa ?
Mah ..