"If you don't have peace of mind you have nothing, you know what I mean?" È una di quelle verità da scatola di cioccolatini presa in prestito da Alfie, quando dopo due ore di film di vita vissuta al massimo e sempre perseguendo il proprio piacere fa il bilancio e la rivelazione lo folgora: non importa quanto hai nella vita, se ti manca la serenità non hai niente.
Era l'inizio del '95, seduta su una valigia che conteneva pochi vestiti, libri e qualche oggetto che mi ricordasse casa leggevo 'Il Gabbiano Johnathan Livingstone'. Ai voli internazionali dell' aeroporto di Roma gente di ogni tipo mi passava davanti, molti di fretta, tutti con l'aria sicura di chi sa dove sta andando, con una meta da raggiungere, un posto dove andare. Ogni tanto alzavo lo sguardo dal libro e mi fissavo su qualcuno in particolare, chiedendomi che storia avesse da raccontare e perchè prendesse un aereo quel giorno. Con un biglietto di sola andata per Dublino come unico compagno di viaggio non mi ero mai sentita così sola. Ma alla fine solitudine era quello che volevo, quello che avevo cercato per anni e a fatica ottenuto, staccarmi da tutto e vedere se ce l'avrei fatta da sola, era la sfida che avevo raccolto. La parte interessante era, per quanto tempo avrei resistito?
Dodici anni dopo, 8 indirizzi, 4 paesi stranieri, 2 figlie ed 1 marito più tardi sono allo stesso punto. Questa volta il biglietto è 'circolare', gira intorno al pianeta e ritorna, in teoria, al punto di partenza. I biglietti sono 4, ma lo spirito è lo stesso: otto mesi in giro tra Cina, Australia, Nuova Zelanda, Fiji, Cile, Bolivia, Perù e Argentina per spingere i propri limiti più lontano, per mettersi alla prova, per vedere alla fine se ce la facciamo. Per quanto ci professiamo amanti della sicurezza e della stabilità alla fine la condizione umana è quella di perenne agitazione e senza il conflitto quotidiano non abbiamo pace. Alcuni meno di altri.
Le nostre vite hanno bisogno di una scossa, ci siamo adagiati un po' troppo negli ultimi anni e abbiamo bisogno di una sveglia per ricomnciare a vivere con atteggiamento più attivo anzi che subire quello che ci porta quotidianamente la routine. Speriamo alla fine di questi otto mesi in giro di cambiare prospettiva, cambiare il modo di vedere la vita e le difficoltà che comporta e di tornare a essere capaci di prendere decisioni senza paura di perdere un po' di comodità. 'Cause in the end without peace of mind you have nothing, you know what I mean now?
Ascoltando Mick Jagger, 'The blind leading the blind'
domenica 28 ottobre 2007
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5 commenti:
Cara la mia Leti, sono orgoglioso di scrivere il primo commento su questa tua nuova avventura, e inizi dannatamente bene! Scrivi che è un piacere, visualizzando le tue ansie, le tue paure, riuscendo a far sentire quello che hai vissuto.
Ed è un ottimo inizio per un romanzo: quello della tua vita.
Non ti auguro di trovare qualcosa, ma di poterlo sempre cercare :)
Ma che figataaaa!!!! sono particolarmente d'accordo che l'agitazione quotidiana sia un motore positivo per l'evoluzione umana!
Cosi' almeno non mi sento troppo pazza nella mia, di agitazione...
Brava, per la sincerità con cui dici certe cose personali che ci riguardano tutti ma poche persone hanno il coraggio di mettere nero su bianco!
Bravi per la vostra scelta e il vostro coraggio!Sono sicura che sarà un 'esperienza unica e ricca!!
e vabbé, ma se non si ha un marito tecnologico come il tuo????? sicuramente i vostri gudgets tecnologici di qui due anni, per esempio, saranno passati e s ene dovranno cercare altri!!!!
Le,
ma quindi la prossima volta che Sofia mi chiederà di Nina e Sara, se possiamo andare a trovarle, cosa dovrò fare ? Dirle che sarebbe bello, ma al momento sono sulla muraglia cinese, o in groppa a qualche coccodrillo o in un resort alle isole Fijii, così come minimo mi chiederà perchè loro si e noi no :-)
Carissimi, grazie per l'incoraggiamento, se vi piace la nostra avventura, contiunate a seguirci!!! Please!
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