Nell'epoca del fast food della comunicazione digitale decido di riesumare un mezzo antico come il blog. Mi trovo a disagio con l'evoluzione dei socials e del loro uso, le storie di Instagram mi mettono ansia con la loro velocità nello scorrere e nel valore che danno alle immagini che portano e i pochi secondi di attenzione dedicati ai contenuti. Mi dico che se a qualcuno interessa sapere cosa ho da dire mi può dedicare il tempo di un click su un post. Riesumo il vecchio diario di viaggio come una resistenza alla superficialità digitale, ispirata forse dal ritmo lento nel quale da questa settimana e per le prossime due mi trovo a vivere.
Mi trovo in India, a Kovalm Beach nello stato del Kerala per praticare con i miei insegnanti e affiancarli nell'assistere in shala. Con me da Cagliari è partita la mia amica, socia e allieva di lunga data Manuela e alla fine della settimana ci raggiungerà Denise, così che il direttivo di Himalaya Yoga Shala sarà al completo! Ashtanga Yoga è stata l'evoluzione del mio cammino, Lino Miele la mia guida grazie a cui ho trovato casa in uno stile rigoroso ma con un potere di trasformazione senza eguali. Sono qui da allieva per andare più a fondo nella mia pratica e da assistente per imparare ad aiutare gli allievi in maniera sempre più efficace, adatta ed empatica, in modo da portare a casa gli insegnamenti e condividerli con gli allievi di Cagliari. Gennaio è l'appuntamento con Kovalam Beach, quest'anno, così come lo scorso e speriamo il prossimo.
L'India è sempre dura come primo impatto: si arriva nel cuore della notte in un posto molto straniero dove le file per il controllo passaporti dopo 30 ore di viaggio (ebbene si, stavolta 30!) possono essere lunghe e caotiche, dove ti prendono le impronte digitali alla frontiera, ma quando finalmente mettono quel timbro sul passaporto, ti salutano con un gran sorriso dondolando la testa in segno di apertura e gentilezza. Arrivando dall'Europa il cambio di temperatura è drammatico, siamo sui trenta gradi anche di notte, con un alto tasso di umidità. I primi giorni sono di adattamento, la pratica yoga ridotta al minimo per dare il tempo al corpo di ambientarsi. Si inizia alle 6,30AM, lentamente, saluto al sole dopo saluto al sole, un respiro per volta. A fine pratica stendersi nel rilassamento circondati dai suoni della vegetazione tropicale, dai versi degli uccelli, dai canti hindu che riusonano in lontananza, onnipresenti a tutte le ore, da una sensazione di pace assoluta.
Il resto della giornata passa ad un ritmo forzatamente lento, si torna alle origini e ai bisogni primari. L'alloggio è basico ma confortevole, un letto comodo, una zanzariera, bagno con acqua tiepida e un secchio in cui lavare la roba, ci si rende conto che dopotutto non si ha poi bisogno di molto. Dopo la pratica si fa colazione con caffè e toast, poi si fa il bucato e si stende nella terrazza comune. Il Peacock Hotel in cui ci troviamo e sulla cui terrazza Lino ha creato la sua shala, è venuto su un po' a caso, con scale e corridoi esterni che collegano le stanze in un modo che ancora non ho mappato del tutto. Solo al terzo giorno di pratica mi sono accorta dell'esistenza di una rampa di scale che dalla mia stanza mi porta direttamente in shala senza dover scendere due rampe e attraversare il giardino come avevo fatto fino a quel momento. Altro compito basilare e importantissimo è quello di essere sicuri di non finire mai l'acqua potabile - quella del rubinetto è altamente inquinata e sconsigliata anche per lavarsi i denti. Mangiamo sempre fuori, chiamarli ristoranti è strano, si tratta più di giardini con tavoli riparati dal sole in cui si trova una costruzione bassa con la cucina che per 3 o 4 euro offre fantastici piatti indiani, per noi rigorosamente vegetariani. Se si ha voglia di un caffè espresso o qualcosa che ricordi la cucina europea c'è qualche locale sul lungomare che offre qualcosa di simile a quello a cui siamo abituati a casa, ma personalmente ne posso fare a meno. Ho sostituito il caffè con grandi bicchieri di lassi, la bevanda locale a base di yogurt che protegge l'intestino. I tempi di attesa sono lunghi, come tutto in India ha i suoi tempi, in questa parte del mondo il tempo ha uno scorrere diverso. Reperire contanti può voler dire salire su un tuc tuc e fare un giro di diverse mezz'orette prima di trovare un bancomat che funzioni. Così come quando manca la luce, diverse volte al giorno, non si può fare altro che fermarsi. Un rito giornaliero è quello di vedere il sole che tramonta all'orizzonte in spiaggia. E' un momento in cui sia locali che stranieri affollano la spiaggia, il lungomare e l'acqua vicino alla riva e si godono lo spettacolo. In questa parte del mondo il sole tramonta velocemente, come una tenda che si abbassa sul cielo e una volta sparito all'orizzonte il buio è totale. Ci si ritira presto, alle 20,30 già il villaggio comincia a svuotarsi, dopo le 21,00 è come fosse notte fonda, con poche persone in giro. E' il momento in cui i cani randagi, incredibilmente mansueti e discreti durante in giorno, si appropriano del silenzio e li senti abbaiare per le strade del villaggio libere dalle persone. La prima settimana sta passando così, uno scorrere lento che ruota intorno alla shala e a poche attività di sopravvivenza pura, riportandoci alle origini.
20 commenti:
Anche io rispolvero il mio vecchio pseudonimo di Mr Smiss per scrivere questo commento....mi porta indietro di 20 anni....credo?! Bella atmosfera descritta, bel ritmo lento, che apprezzo moltissimo. Continua a darci notizie lente , ci faranno molto piacere :)
Grazie Leti! Apprezzo tanto questo formato blog! Tanta stima.. 😍 continua a scriverci! Un abbraccio 🤗
Francesca , o missf😝
Grazie Leti è bellissimo leggere il tuo diario!! Ci fai sentire come se fossimo lì anche noi…
Dada💞
Ciao Smiss! Grazie di essere stato il primo a commentare, ti guadagni due magliette ;-)
Grazie Francesca! Ogni commento è importante e fa sentire connessi a casa!
Grazie Dada! Che bello che ci sia anche tu in questo spazio, l'unico veramente personale in questa giungla chiassosa.
Ciao Leti! bellissimo leggerti, goditi questo tempo, un abbraccio grande, a presto
Ciao Letizia, grazie per il tuo "diario di viaggio", bellissimo racconto della vita laggiù. Sono felice per voi, immagino esperienza indimenticabile. Godetevi la lentezza, una rarità da queste parti....Un abbraccio. Stefania
Finalmente riprendi a scrivere in luoghi con memoria dove poter esprimere se stessi senza rumore o distrazioni coreografiche. Ben ritrovata!
Grazie Sabrina! Continuerò ad aggiornarvi :-) un abbraccio
Grazie Stefania! E' un posto in cui staccare mente e telefono e tornare a se stessi, faticoso ma rigenerante, come la nostra pratica. A prestissimo
Namastè caro Gianluigi, un piacere ritrovarti anche qui. Baci
Ciao Letizia, che bellezza leggere le tue parole, mi hai portato per qualche minuto in India. Scrivi presto. Un abbraccio
Bellissimo leggerti. Grazie di condividere con noi questa esperienza meravigliosa. Aspettiamo il prossimo racconto, speriamo arrivi presto!
Grazie Leti! Mi hai regalato un posto a sedere. Leggendoti mi sono visto lì a mangiare su una foglia di banano o a bere l'intruglio salva "viaggio" (che dev'essere buonissimo!). Il senso del viaggio a volte è proprio quello che hai descritto e forse le 30 ore fanno parte della fase di disintossicazione e servono per farci tornare ai tempi lenti e all'assaporare "la fatica di avere qualcosa" in un epoca del "tutto e subito!"
Ti abbraccio forte
Dani
Ps.Il bucato con stile è bellissimo ;-)
Grazie della tua presenza e del tuo sostegno Barbara, sono contenta che ti sia piaciuto, a breve il seguito :-)
Grazie del commento e benvenuta nella community! Vi darò presto notizie!
Grazie Dani di questo prezioso feedback. Il diario di viaggio nasce proprio dal desiderio di portare gli amici con te e condividere l'esperienza. Hai ragione, non ci si può lamentare delle 30 ore e allo stesso tempo parlare di slow travel, fa tutto parte dell'esperienza, dopotutto no pain- no gain, il tutto e subito ha stufato e sacrifica qualità per quantità. Il bucato ma con stile è bellissimo si, come non essere d'accordo :-D Ricambio l'abbraccio!
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