sabato 25 gennaio 2025

Tutte le strade portano a...


Le 5AM, dopo essermi rigirata nel letto per un'ora la do vinta al jetlag, mi preparo un caffè e apro il PC. Ancora resisto a scrivania e sedia, con le gambe incrociate e un cuscino sopra a farmi da tavolino, mi siedo sul divano, nella stessa posizione di Kovalam, cercando ispirazione per tirare le fila e chiudere così queste tre settimane e parte di diario di viaggio cominciato ben 18 anni fa, per chi ha voglia di andare a leggere così indietro. Secondo il widget in basso a destra siamo infatti ancora in viaggio, e certamente così è che mi sento, perennemente in cammino. 

Partita dal Peacock hotel alle 5 del pomeriggio di giovedì sera con un ansiossimo Bijoy che mi chiedeva di ricontrollare per l'ennesima volta di aver preso passaporto, carta di credito e stampa del biglietto e mi raccomandava di madargli un messaggio appena fossi arrivata in Italia - gli ho detto 'ma sei peggio di mia mamma?!' cosa che l'ha fatto molto ridere -  sono salita sul taxi di Mr Thambi, il cugino di Bijoy ed è iniziata la mia lunga strada verso casa. Denise, Gary, Massimo e Desirèe mi salutavano sul cancello mentre Lino si affacciava dalla terrazza della shala. 

Agli indiani piacciono i timbri, anche di più che a noi in Italia. Sulla porta d'ingresso al terminal dell'aeroporto, poliziotti armati controllano documenti e biglietti: in aeroporto entra solo chi quel giorno deve viaggiare. Al controllo passaporti capita che ancora una volta ti chiedano quale fosse il proposito del tuo soggiorno, dove alloggiassi e se così gli gira anche indirizzo e numero di telefono della struttura. Il poliziotto che ha controllato il mio passaporto insisteva che leggessi una riga dell'ultima pagina e mi chiedeva 'cosa vuol dire?' Non sapevo cosa dirgli, tranne che non lo sapevo e lui insisteva 'non è la tua lingua?' ... e non lo era. Dopo un po' gli ho chiesto 'posso andare adesso?' e mi ha fatto passare. Con calma più tardi ho controllato meglio e realizzato che la terza riga dell'ultima pagina del passaporto italiano che il poliziotto inisteva traducessi 'Tento pas ma 48 stran' era la versione il lingua Ceca della prima, che lui aveva ignorato ed io ero troppo agitata per notare: 'questo passaporto contiene 48 pagine.' Passati i controlli di sicurezza, ho ordinato un ultimo masala chai alla sala d'imbarco insieme ad Elisa, una compagna yogin che anche lei per caso viaggiava quella sera, e poco dopo mi sono imbarcata. Ho cercato di tenere il conto di quante volte siano stati controllati i documenti e timbrata la carta d'imbarco prima di arrivare alla mia poltrona sull'aereo, credo di averne contate otto e me ne manca di sicuro qualcuna. So solo che sul pontile d'imbarco, sebbene fossi in posizione assolutamente regolare e il massimo che trasportassi fosse una quantità esagerata di spezie, cominciavano a venirmi in mente scene dal film Argo-f***-yourself. 

Il resto del viaggio è andato liscio, sono riuscita a distribuire bene i miei quasi 40kg di bagaglio evitando di pagare l'eccesso e arrivata a Roma ho anticipato il volo per Cagliari, cosa che ha ritardato il mio primo caffè espresso perchè sono dovuta correre al gate, ma mi ha fatto arrivare a casa prima, riducendo le ore di viaggio ad appena 20. Come sempre tornare è un misto di emozioni e cambi di prospettiva che generano una confusione di pensieri e sensazioni. Ti rendi conto di come non sia per nulla scontato poter bere liberamente l'acqua del rubinetto, che la macchinetta del caffè che normalmente con gesti pigri e automatici utilizzi più volte al giorno sia in realtà un lusso, così come la lavatrice sempre a disposizione. E ad attendermi anche cose meno piacevoli come un avviso di raccomandata nella buchetta delle lettere e il bollo delle macchina da pagare. Siamo ben lontani dalla semplicità della soddisfazione dei bisogni primari di Kovalm, diciamo che l'energia si sposta dai primi chakra a quelli superiori in un modo per il quale, a ventiquattro ore dal mio atterraggio in Italia, non sono ancora pronta.

Il mio cammino è in evoluzione, anche nel mondo dello Yoga, ma più vado avanti più mi viene confermato che al di là delle tecniche, la base, la sostanza, il nucleo profondo e il significato di Yoga è sempre lo stesso. Per questo motivo, sorpresa dal fatto che la conclusione a cui ero arrivata 10 anni fa si riconfermi percisamente anche alla fine di questa esperienza, a costo di peccare di autoreferenzialità rimando chi abbia voglia di leggere al post che scrissi alla fine delle prime 200 ore a Goa nel 2014. Lo avevo dimenticato anche io e per curiosità sono andata a rileggerlo  oggi:  https://letiziaaresu.blogspot.com/2014/12/yoga-e.html (per arrivare alla fine del post bisogna andare oltre le fotografie, all'epoca le inframezzavo al testo, anche la tecnica di blogging è in evoluzione come tutto il resto!). Diverse strade, diversi insegnanti, diverse tecniche, ma sempre lo stesso fine: Yoga è disciplina. Uno stile di vita, un impegno verso se stessi e verso i propri insegnanti. A nessuno interessa se tu sappia chiudere un loto o quali acrobazie sappia fare, quello che conta è presentarsi sul tappetino, puntuale e pulito, e accogliere quello che viene ogni giorno. Devi accettare correzioni e consigli, rispettare il lignaggio gli insegnanti che a quella tradizione ti hanno introdotto. Sempre onorare la fonte e portare avanti con umiltà uno stile di vita che sia di ispirazione per chi fa fatica a stare a galla e si trovi a disagio in un mondo del quale non riconosce più i valori. Il fine ultimo non è solo quello di stare bene individualmente, ma di creare interazioni migliori in modo da andare là fuori e rendere il mondo un posto migliore per tutti.

Per adesso è tutto. Ringrazio chi in queste settimane mi è stato vicino, ha avuto la pazienza di leggermi e lasciarmi un commento, qui, su whatsapp o di persona. Ringrazio i lettori silenziosi la cui presenza  geograficamente e in numero percepisco grazie a Google analytics. Ringrazio i miei compagni di viaggio in queste tre settimane, chi ha vissuto e condiviso con me shala, respiri, aggiustamenti, Manchurian gobi, lassies, storie di vita e strade di Kovalam Beach. Ringrazio i miei insegnanti Lino, Rossana e Desirèe per la guida ferma e amorevole, e per la fiducia che continuano a dimostrarmi. Ringrazio Manu e Denise, compagne di avventure yogiche e di vita, che se non mi avessero mai incontrata si sarebbero risparmiate l'essere trascinate dall'altra parte del mondo rimanendo comode a casa loro, scusate ragazze! Grazie ad Ale che ha tenuto accesa la fiamma in shala a Cagliari con le guidate e aprendo al gruppo Mysore in autogestione, a Brendan che sopporta la mia inquietudine, mi aspetta e accudisce amorevolmente le pelosette durante le mie trasferte... E adesso che anche loro mi hanno perdonata per la lunga assenza posso dire di essere tornata a casa: due giorni per riprendermi dal jetlag e ci vediamo lunedì in shala :-) 






  


 


It is hard to fly when something is weighing you down






10 commenti:

Anonimo ha detto...

❤️

Sabrina ha detto...

💛

Denise ha detto...

Cara Leti, ti leggo da Abu Dhabi, in attesa del volo per Roma, anche per me l'avventura indiana sta per concludersi e fin qui... tutto bene! Anzi, di più, tutto perfetto!
Sono io che ti ringrazio per esserti palesata sul mio cammino e avermi mostrato questa via, non certo facile, che richiede impegno e costanza, ma che è chiaramente quella giusta, quella che mi corrisponde.
Ci vediamo lunedì prima dell'alba ad onorare lo yoga delle origini!
E sono sicura che non passerà molto tempo prima di cominciare a cercare la quadra per la prossima avventura yogica 😉

Jeff Melton ha detto...

Wow...what an amazing voyage of self discovery. So happy for you all. Also, I know Italians love stamping documents and things, but customs just waved me through in 2010 without a stamp. It was fine until I had to prove that I was in the country legally

CrazyFed ha detto...

Grazie di aver condiviso il tuo viaggio con tanta sincerità, e' stato bellissimo leggerti e ben tornata ❤️

Letizia ha detto...

grazie :-)

Letizia ha detto...

Grazie Sabrina! Ci vediamo in shala questa settimana!

Letizia ha detto...

Ciao cara, che perfezione il fatto che mi lasci un commento da Abu Dhabi, on way back... sono contenta che sia andata bene e che sia sempre convinta della strada, in tutti i sensi. Ti aspetto domani e sono pronta a condividere le prossime avventure yogiche con te. Baci

Letizia ha detto...

Hi Jeff, thank you so much for reading and commenting. It really is a journey of self discovery. After a while the road that takes you around the world turns inward and that's what happens. I had no idea of your trouble with Italian stamps! Typical of a country fond of bureaucracy making a mess like that... I'm sure it was fun to set it right!

Letizia ha detto...

Grazie Federica! Contenta che i miei racconti dall'India to abbiano coinvolta, spero al punto che presto anche tu venga a sperimentare di persona :-)