Padmanabhaswamy Temple |
Cominciamo dal nome: thiruv-anantha-puram, la città del signore Ananta. Pronunciandolo una cinquantina di volte di seguito c'è la speranza di riuscire a memorizzarlo correttamente. Gli inglesi non se ne sono mai preoccupati e hanno semplificato in Trivandrum. Siamo nella capitale dello stato del Kerala il cui simbolo è il tempio Padmanabhaswamy che contiene una statua reclinata del dio Padmanabha, una incarnazione di Vishnu, che dorme sul serpente Ananta. Il serpente arrotolato sulle proprie spire forma un letto su cui il dio dorme un sonno yogico, cullato dalle onde dell'oceano universale. Nella religione induista il ciclo della vita è governato da tre divinità principali, Brama che rappresenta la nascita, Vishnu la vita e Shiva la morte. Il tempo in cui l'uomo vive è quello più lungo rispetto alla nascita e alla morte che vengono viste come eventi momentanei e quindi Vishnu è il dio più importante e venerato. La città di Thiruvananthapuram gli ha dedicato una statua lunga 18 metri attorno a cui ha costruito il tempio dal quale si sviluppa l'esistenza della città stessa. L'origine del tempio risale a 5 mila anni fa. Nel tempo è stato ricostruito e ampliato fino alla forma odierna in granito che è stata realizzata nel diciottesiomo secolo. L'ingresso ai non hinduisti è proibito per cui dobbiamo accontentarci delle immagini da fuori, anche a una certa distanza. Oltre che per motivi religiosi la distanza è dovuta a motivi di sicurezza perchè nel 2011 in alcune stanze segrete sotto il tempio è stato trovato un tesoro di oro e gioielli la cui origine non è ancora chiara.
Prima di portarci a fare la foto della copertina della guida turistica allo stato del Kerala, il nostro autista ci ha portate al tempio di Attukal Bhagavathy, il tempio delle donne, nel quale siamo invece potute entrare, ma niente foto, assolutamente proibite, dovete accontentarvi della mia descrizione. E' un tempio entrato più volte nel guinness dei primati per un festival che si tiene annualmente in cui le donne si riuniscono intorno al tempio e cucinano un dolce di riso come offerta a Parvati, la moglie di Shiva, a cui il tempio è dedicato. Nel 2009 il numero di donne partecipanti all'evento è stato 2,5 milioni.
Una volta parcheggiato in uno sterrato dove autobus locali, macchine private e tuc tuc sostavano in ordine sparso, abbiamo attraversato la strada con la nostra guida che fermava le macchine perchè non ci asfaltassero -si fa per dire, asfalto ne abbiamo visto poco. Siamo entrate nel cortile antistante la porta del tempio dove abbiamo lasciato le ciabatte e comprato delle corone di fiori da portare in offerta. In India ci sono tre posti in cui non si entra mai a mani vuote: il tempio, una casa con una donna incinta e una casa in cui c'è un neonato. Seguendo la fila dei fedeli anche io, Manu e la nostra guida ci siamo incamminati attraverso la porta che introduce a uno spazio aperto, come un cortile interno, in cui si procede seguendo un percorso che porta davanti a piccoli templi, ciascuno abitato da una statua di una delle divinità induiste a cui i fedeli pregano. Io e Manu le uniche occidentali per tutta l'esperienza. Il cortile è parzialmente coperto da un tetto in rame attraverso il quale l'energia si diffonde. Religione a parte, i luoghi di culto sono posti ad elevato contenuto di energia, catalizzata dalle statue e immagini sacre. In occidente ci scambiamo questa energia con il contatto fisico, la stretta di mano, l'abbraccio, mentre in oriente per motivi igienici si uniscono le mani davanti al petto, con i pollici a contatto dello sterno e ci si saluta così. L'energia si scambia attraverso la punta delle dita, da una persona all'altra, senza toccarsi, come utilizzare un wireless. Unendo le mani davanti al petto nel tempio delle donne ho sentito la punta delle mie dita formicolare, come se trasmettessero una leggera scossa elettrica. Proseguendo nel percorso obbligato, la nostra guida ci ha segnato la fronte prima con la cenere, per asciugare l'umidità della doccia mattutina, poi con la curcuma che fa da antisettico e protegge dai mali, poi con la polvere di sandalo che calma il sistema nervoso e apre la strada alla spiritualità.
Abbiamo avuto la fortuna di assistere a due riti, protagonisti di entrambi i bambini. Nel primo, il bambino veniva pesato su una grande bilancia a due piatti, su uno stava il bimbo e sull'altro la famiglia metteva il corrispondente del suo peso in cibo che veniva poi lasciato in offerta al tempio il quale a sua volta ne restituisce 1/3 alla famiglia. La mamma del bambino ci ha offerto una banana che abbiamo ricevuto con due mani scambiandoci grandi sorrisi. La nostra guida ci ha spiegato che il cibo è l'offerta migliore e più gradita anche perchè è l'unica di cui si può dire per certo di aver avuto abbastanza: una volta sazi si smette di desiderare, al contrario di oro o denaro. Nel secondo rito abbiamo assistito effettivamente a uno svezzamento, una bimba di 6 mesi o giù di lì che per la prima volta assaggiava tutti i sapori della cucina indiana: dolce, salato, amaro, agro e piccante. La bimba era in braccio a mamma e papà, con i fratellini intorno, tutti vestiti a festa e con un fotografo che faceva delle foto ufficiali. Proseguendo nel percorso ci siamo imbattuti in una pujia, una cerimonia propiziatoria in cui viene usato il fuoco per rimuovere gli ostacoli e invocare le benedizioni. Anche noi come gli altri in pellegrinaggio abbiamo steso le mani aperte verso la fiamma e portato quell'energia al viso proseguendo poi verso l'uscita. Qui abbiamo notato che sui pilastri in pietra erano scolpite delle scene dal Kama Sutra e la guida ci ha spiegato che anticamente avevano uno scopo educativo, per ispirare i giovani e insegnargli cosa fare, cosa che apparentemente oggi non è più necessaria, ma le sculture rimangono!
Recuperate le ciabatte, siamo risaliti in macchina, tappa successiva è stata la pausa caffè. La nostra guida ci ha portato in un posto specialissimo! Indian Coffee House a Thampanoor, una incredibile costruzione che si sviluppa come una chiocciola in modo da ospitare più clienti possibili. L'architetto è Laurie Baker, un inglese che ha vissuto molti anni India progettando costruzioni a basso costo e a basso impatto ambientale, a vantaggio della parte più povera della popolazione. La costruzione a Thampanoor è dotata di un sistema di aerazione naturale attraverso piccole finestre che consentono di rinfrescare l'ambiente anche nei giorni più caldi. Con meno di 200 rupie, poco più di 2 euro, abbiamo preso un ottimo caffè in tre e offerto la colazione - masala dosa, un pancake grande quanto il piatto ripieno di patate e spezie e servito con varie salse e due ciambelle alla farina di lenticchie- al nostro accompagnatore. Ancora una volta io e Manu eravamo le uniche persone occidentali.
Terza tappa è stato lo shopping, una visita veloce da Fabindia, una catena di negozi di artigianato e abbigliamento frequentato sia da locali che dai turisti. Sfortunatamente le cose più belle non sono facilmente trasportabili, anni fa ho spedito una bellissima trapunta che è stata bloccata alla dogana e costato far entrare in Italia una cifra che era il doppio del suo prezzo. Abbiamo invece comprato in un negozio di tessuti locale degli asciugamani in cotone per la pratica. La gita si è conclusa con un giro in macchina per la città che ci ha portati davanti all'università, al parlamento, a vari spazi espositivi all'aperto e MG street. Ogni città in India ha una strada principale chiamata MG street, in onore al Mahatma Gandhi. La temperatura è parecchio alta, il sole forte e il traffico intenso, ogni spostamento in macchina o a piedi richiede parecchia energia, per cui questa è stata la fine della nostra giornata nella capitale.
Tornate al Peacock Hotel di Kovalam abbiamo salutato la nostra guida ringraziandolo per la giornata trascorsa insieme e con la sensazione di esserci immerse in una parte della cultura locale in un modo che da sole non avremmo mai potuto fare. La giornata si è conclusa con il tramonto del sole e un bell'acquazzone tropicale davanti a un takeaway che avevamo provvidenzialmente ordinato e ritirato poco prima che venisse giù il diluvio... in attesa dell'arrivo di Denise.
Il tempio delle donne |
16 commenti:
Bellissima descrizione Letizia, si percepisce proprio l'atmosfera dalle tue parole! Grazie per trasmetterci tutto ciò 😍
Meravigliosa India
Tutto bellissimo🥰
Che magia nelle tue parole!
Bellissima descrizione brava!! Mentre leggevo, mi sembrava di rivedere quei posti, sentire quegli odori e rumori. Sentire anche la polvere...:)
Che meraviglia! Bella descrizione dei luoghi visitati!grazie
Deve essere bellissimo assistere a questi rituali e, anche se da occidentali, in qualche modo prenderne anche parte. Grazie per averlo condiviso con noi, un bacio a tutte e tre
Ciao Michela! Benvenuta :-) grazie del tuo commento, cerco di portarvi con me scrivendo. A prestissimo!
Grazie del commento e della tuo tempo per aver letto il mio articolo!
Grazie Chiara! Vedrai che presto anche tu potrai essere qui. A presto
Grazie Vanna! Spero che siano abbastanza evocative da motivarvi a fare presto questa esperienza. Saluti anche a Giovanni!
Grazie Smiss :-D eh si la polvere è tanta, ma fa parte dell'esperienza! Volevo portare la tua attenzione alla mia gonna nella foto, ti riocrda qualcosa?? Porte de Clignancourt, aux puces 1995...
Grazie a te del commento e dell'attenzione nel leggere il mio articolo!
Grazie Sabrina! E' veramente un altro mondo, tempo e sentire. Crechiamo umilmente di affacciarci con rispetto a tutto ciò che vogliono condividere con noi. Le ragazze ricambiano l'affetto.
Grazieeeeee💕
😊😊😊😍😍😍
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