Le 4 del mattino, finalmente la diamo vinta al jetlag e ci arrendiamo al meridiano di Grenwich: le bambine giocano coi Nintendoes nell'altra stanza, Brendan studia la guida e io faccio il primo post on the road. La Cina ci ha accolto a braccia aperte. Dopo 10 ore di aereo in semioscurità siamo atterrati a Beijing con un bellissimo sole, di quelli che in Irlanda non vedevamo da Settembre. Al controllo passaporti ci hanno fatti passare dritti,con grandi sorrisi. Sul banco davanti all'ufficiale di polizia abbiamo notato un pulsante da premere nel caso fossimo stati insoddisfatti della sua accoglienza. Le valigie sono arrivate prima di noi e poco dopo eravamo già nel taxi chiamato da uno dei dipendenti dell'aeroporto la cui funzione sembra essere quella di essere a disposizione per qualunque assistenza ai passeggeri.
Brendan ha passato brillantemente la prima prova di cinese chiacchierando con il tassista mentre io e le bambine ridevamo nei sedili di dietro. Arrivati in albergo abbiamo colonizzato la stanza aprendo gli zaini e tirando fuori libri, pantofole, computer e le cose che per i prossimi mesi vorranno dire casa. Sono proprio quelle cose che fanno la differenza tra una vacanza normale e quello che stiamo facendo, indispensabili per non sentirsi sempre in albergo, almeno mentalmente, ma difficili da trascinarsi per 4 continenti. Sto già pensando con impazienza al primo pacco da rispedire a casa.
Nonostante la stanchezza, per noi erano le 2 del mattino e nessuno ha dormito in aereo, siamo usciti a piedi e arrivati a Piazza Tienanmen. Molto presto ci siamo accorti di essere in molto pochi occidentali in giro. La gente ci guarda con estrema curiosità, soprattutto le bambine, e piú volte ci hanno fermato per fotografarci e farsi fotografare con noi. Nina: "Mi sembra di essere Avril Lavigne!" Arrivati alla piazza i venditori di souvenirs ci hanno assalito e per la seconda volta abbiamo avuto prova del cinese di Brendan: con la lingua ha anche acqiusito la capacità di contrattare senza la quale qui non si va avanti. Da lui abbiamo imparato le parole magiche per liberarci dei venditori. Quando nient'altro funziona, no, no thank you, I don't want it, basta dire: "Bu Yao!" con una certa autorità, e si dissolvono! Prima gelano, stanno zitti e poi spariscono. Mi assicura che non è maleducato, ma non sono convinta.
Il freddo era a quel punto troppo, la stanchezza pure e per ripararci ci siamo infilati in una stazione della metropolitana. A quel punto nessuno aveva voglia di riuscire al freddo e Brendan ha dato la prova finale della conoscenza della lingua: con la cartina del metrò sul muro, in cinese, è riuscito a riportarci in albergo, anche cambiando treno dopo due fermate! Inutile dire che eravamo gli unici occidentali in giro. Non so se riuscirò a sostenere la competizione quando sarà il mio turno in Sudamerica!
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
5 commenti:
E' difficile immaginare un mondo così lontano e una civiltà così diversa! Voi, come al solito, ve la cavate alla grande. Mi sa che il prossimo viaggio lo organizzate sulla luna, e Brendan sarà capace di non perdersi e comunicare anche lì! Buon anno, cara Leti, a te, alle splendide bimbe che capiranno più avanti la fortuna che stanno vivendo, e al tuo mr. B. Auguri!!!
Cha ridere!!! come se vi vedessi! Per fortuna che ci sono i tuoi post..! Sto blog è stata proprio un'ottima idea! Comunque, il fatto che Brendan parli cinese perfettamente, non mi sorprende affatto,....lo si sapeva che avevi sposato un genio...!!! Ah Ah AH...Buon fine anno cari, attenzione alle tradizioni cinesi per salutare l'anno vecchio!!! Ti ricordo che in Sardegna buttano dalla finestra lavatrici, forni e toilette, chissà in Cina....!!!!
la difficoltà che ha comportato questa comunicazione è direttamente proporzionale alla distanza! a parte questo,sono senza parole per la disinvoltura dei miei irlandasi.molto bella l'impressione di cordialità che state respirando.Vivere un paese in maniera così diretta e indipendente è davvero una cosa bellissima!Ciao cari,un abbraccio.
Bravissimi, grande esperienza, vi invidio un pò, in senso buono ovviamente!
Viaggi così danno molto ad un adulto figurati ai bambini.
Bambini fortunati che vedranno il mondo da una prospettiva diversa, migliore penso.
Quando andrò in cina con la famiglia, ti cercherò per qualche dritta!
Un giorno, in un pub di Dublino, quando io ti avevo detto che in Irlanda io ci stavo troppo bene, ma la vita era un'altra cosa...mi avevi detto che l'Irlanda me la dovevo trovare dentro la mia testa e sarebbe stato più facile; era vero!!
Quando ho letto che ti trovavi come a casa a Pechino, e che sentirsi sempre a casa era uno stato mentale, ho ritrovato il tuo spirito e ricordato quella birra bevuta insieme.
Ciao luigi
In risposta al mio carissimo cugino Luigi .. te li immagini Filippo e Riccardo che si rincorrono sull amuraglia cinese ? e Sofia e Viola che sono stanche e e a metà muraglia si fermano ??
Letizia, ti prego consolaci e dicci che qualcosa del genere è successa anche a voi .. sennò per noi che speranze ci sono ?
Vi abbraccio tutti e due fortemente, in ricordo di un St Patrick a Dublino molto speciale ..
Posta un commento