lunedì 23 giugno 2008
Napier
Devo cominciare a contarle: le volte che ho avuto la tentazione di lanciare The Book of Lies dalla finestra. Rainbow Lodge in Taupo, dal cui letto a castello al momento scrivo, e' descritto come 'spazioso, pulitissimo, rifinito con piccoli particolari che creano un'atmosfera casalinga'. Dico io: 'Super affollato, non particolarmente pulito e frequentato da quella popolazione di cool-dudes non esattamente simpatica che si trova solo negli ostelli.' Li abbiamo incontrati in Cina, in Oz e adesso anche qui: girano con il beanie in testa anche in casa quando non ce n'e'proprio bisogno, si muovono come se fossero stonati dalla mattina presto e ti guardano dall'alto dei loro vent'anni e dalla convinzione di essere speciali per il solo fatto di alloggiare in un ostello. Ti viene voglia di svegliarli con un ceffone e la rivelazione che il beanie ce l'hai anche tu, gli ostelli esistono dalla notte dei tempi e le canne non le hanno certo inventate loro! Lasciata Wellington tre giorni fa, siamo di nuovo sulla strada, spostandoci sempre piu' velocemente su quella rotta intorno al pianeta che alla fine ci riportera' al punto di partenza. La sensazione di essere di nuovo in movimento e' piacevole, rinnova l'energia che in momenti di stasi troppo prolungata sembra addormentarsi. Abbiamo passato due giorni a Napier, citta' a 350km a nord di Wellington sulla costa est, famosa per essere stata completamente distrutta da un terremoto nel 1931 e poi ricostruita in stile Art Deco. Avrebbe potuto essere un disastro architettonico, un parco a tema, ma il risultato e'sorprendentemente piacevole e autentico. In due giorni ognuno di noi ha trovato qualcosa da fare: un tour a piedi degli edifici piu' belli, il museo con la storia del terremoto, e un acquario dove, anche dopo i delfini selvatici di Tangalooma e Milford Sound, Nina e Sara si sono entusiasmate per i salti di Kelly, delfino anziano e solitario nella vasca di Marineland. La felicita' delle bambine e'arrivata al massimo quando per cena abbiamo trovato un barbecue alla koreana con illimitata porzione di gelato come dessert e poi, una volta tornati in camera, abbiamo guardato un DVD di Walt Disney prestato dalla padrona dell'ostello. Lasciata Napier questa mattina, ci siamo diretti verso il centro dell'isola in cerca di vulcani, geysers e attivita' geotermica. Lake Taupo, dove ci fermeremo per altri due giorni cercando di convivere con la fauna di Rainbow Lodge, e' un paese sulla sponda del lago omonimo, un cratere formato da un'eruzione vulcanica di 1800 anni fa le cui ceneri sono arrivate fino a Roma. Il vulcano sepolto nelle profondita' del lago e' dormiente, monitorato di continuo perche' caratterizzato da un magma particolarmente viscoso che prima o poi causera' un'altra esplosione. Arrivati con la pioggia, anche se nell'aria si distingue nettamente un odore di zolfo, non abbiamo potuto vedere nessuna delle cose che ci hanno portati qui, il lago si stende grigio e poco invitante davanti al paese. Brendan e le bambine dormono, i cool dudes sembrano essere anche loro spariti nel silenzio della notte, solo io continuo a parlare con il computer, speriamo che domani porti una nuova luce.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
2 commenti:
Hai provato a chiedere ai Dudes se sono un po' Bobo'(bohemes-bourgeois)??!!
Brava! E' esattamente quello che sono: bohemes-bourgeois. Scarpe da trekking alla moda dell'ultima stagione, felpe vissute ma delle marche migliori, capelli lunghi ma puliti e beanies da snow-boarders. Alla fine comunque l'associazione piu' letale e' ostello+extreme sports e in un posto come Lake Taupo la miscela e' alla massima potenza!
Posta un commento