Cinque giorni per conoscere la seconda metropoli australiana, almeno per grandezza. Sydney eccita, tenendo svegli anche la notte, Canberra provoca attacchi di sbadigli, Melbourne rilassa. E' una città riservata, che non abbaglia a prima vista con panorami spettacolari, ma aspetta di essere scoperta poco per volta rivelando il suo fascino solo quando la si veda da vicino. L'opinione generale, è che sia una città dall'atmosfera europea, forse anche grazie a una massiccia presenza di emigrati italiani e greci: è la città con più greci al mondo dopo Atene.
A me ha ricordato Buenos Aires: grattacieli e palazzi vittoriani, chiese neo gotiche che si affacciano su strade larghe e ad angolo retto, parchi, musei ultramoderni e bars in stile liberty con le insegne dei caffè italiani nelle vie strette del shopping district, i palazzi a tratti così vicini da creare l'illusione di una passeggiata coperta. I suoi abitanti vestiti all'europea, affollano eleganti le vie del centro. Si muovono senza troppa fretta e a tutte le ore del giorno e della notte i tavolini dei cafes all'aperto sono pieni di gente che chiacchiera davanti a un bicchiere. La conversazione sembra essere una parte importante della cultura locale, dal macellaio alla gallerista, tutti quelli che abbiamo avvicinato hanno attaccato bottone, una piacevole novità rispetto a Sydney.
In cinque giorni abbiamo visto Bourke Street e le strade del centro, l'arte aborigena all' Ian Potter Centre, Melboune Museum e Science Works, tutti e due a misura di bambino, il primo con animali, pesci, dinosauri e insetti, l'altro con esperimenti e dimostrazioni pratiche per spiegare il mondo che ci circonda. Non potevamo mancare una visita ai giardini botanici, la grande istituzione dei coloni inglesi che appena approdati in questa terra selvaggia si sono subito preoccupati di ricreare un pezzo di Inghilterra in ogni città. Abbiamo rivisto il mare alla spiaggia di Saint Kilda, molto più placido e simile al nostro perchè chiuso all'interno della baia, con un lungomare fiancheggiato dalle palme che costeggia la spiaggia in tutti i suoi cinque chilometri di lunghezza. Ad Albert Park abbiamo percorso quella che tra due settimane sarà la pista del primo Grand Prix della stagione.
Il resto del tempo è passato in compagnia di amici cari con cui non ci si vedeva da un po'. Francesca e Jamie ci hanno aperto la loro casa dove siamo stati insieme a cucinare con un bicchiere di vino in mano, a giocare con i bambini e a raccontarci gli ultimi due anni. Una sera siamo andati a cena dai cugini di Brendan, Carol e Andy, dove Nina e Sara hanno conosciuto Jasmine, una cuginetta australiana.
Domenica pomeriggio abbiamo ricevuto una telefonata a sorpresa da Darragh, un amico di Dublino che era a Melbourne per lavoro. “Let's go for a pint!” Insieme siamo saliti al novantesimo piano di un grattacielo del South Bank e fatto la Eureka Skydeck, una passeggiata coperta dalla quale si vede il panorama di tutta la città.
Ci sarebbe piaciuto rimanere di più, ma siamo già all'inizio di Marzo e il prossimo volo è dietro l'angolo, tempo di rimettersi in macchina e tornare verso Sydney.
strana specie hiberno-sardo-australe
Federation Square
Montague Inn
domenica 2 marzo 2008
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