domenica 29 giugno 2008
Hiking on Fire
Mount Tarawera, che nel Giugno del 1886 esplose in una delle eruzioni piu' disastrose nella storia della Nuova Zelanda. La lava e la cnere seppellirono diversi villaggi uccidendo duecento persone. Prima dell'esplosione, Lake Rotomahana ai piedi della montagna era un'area turistica famosa per le Pink and White Terraces, due diverse formazioni di silice conosciute come l'ottava meraviglia del mondo. Dal lato della montagna, diverse piscine rotonde nelle quali scorreva l'acqua di una sorgente calda che si torvava a monte, scendevano a gradino arrivando fino al lago. Ogni piscina veniva riempita dall'acqua che traboccava da quella precedente. L'eruzione del 1886 ridisegno' completamente il paesaggio, distruggendo le Pink e White Terraces, ingrandendo le dimensioni del lago di 20 volte tanto e creando 22 nuovi crateri. Waimangu, la valle che e' risultata dal cataclisma, e' un'altra area ad alta attivita' geotermica nella zona di Rotorua.
Inferno Crater
giovedì 26 giugno 2008
Zorbing in Rotorua
The Zorb, una palla di gomma piena d'aria di tre metri di diametro con una palla piu' piccola sospesa nel centro, nella quale ci si infila insieme a un po' d' acqua calda per poi venire buttati giu' da una collina. Impossibile resistere questa esperienza extreme-silly: ciascuno di noi meno Sara, che si e' tirata indietro all'ultimo momento, e' entrato nella sua zorb ed e' rotolato fino a valle. Invenzione neozelandese per non correre il rischio di finire l'adrenalina tra un salto e l'altro, definitely recommended and great fun!
mercoledì 25 giugno 2008
Thermal Wonderland
Wai-O-Tapu e' una riserva costituita da una zona geotermica idrotermale collegata al vulcano Taupo. A 30 Km a sud di Rotorua, e' un'area di 20 Km quadrati coperta da crateri, fumarole, pozze di fango bollente, e laghi colorati dai vari minerali dissolti nelle acque: giallo-zolfo, rosso-ferro, verde-arsenico. E' un posto assolutamente unico, irreale, non servono parole per descriverlo, basta lasciare parlare le immagini. La piu' bella: Champagne Pool, la copertina di The Book of Lies :-)
Artist's Palette
Opal Pool
Devil's Bath
Lady Knox Geyser
Oyster Pool
Lake Ngakoro
The Champagne Pool
martedì 24 giugno 2008
Lake Taupo
Sembra che il bel tempo sia finito, siamo ufficialmente in inverno. Il sole che fino ad ora ci ha accompagnati e che abbiamo dato per scontato in Nuova Zelanda e' sparito dietro una cortina di nuvole... oppure abbiamo scelto i due giorni peggiori da passare sulle rive di Taupo Lake, segnato sulla mappa dei turisti come capitale mondiale di sky diving. E' il posto piu' suggestivo e collaudato per buttarsi da un aereo, sullo sfondo assolutamente unico del lago piu' grande della Nuova Zelanda. Non e' mai stata la mia ambizione, ma e' il sogno di Brendan. Per due giorni abbiamo passeggiato lungo le sponde nere di sabbia vulcanica del lago, bevendo interminabili caffe', aspettando un varco tra le nuvole, ma per la durata della nostra permanenza non ha quasi mai smesso di piovere, nessun aereo e' decollato e nessuno ha saltato. Abbiamo osservato una folla di sky divers mancati in astinenza da adrenalina aggirarsi per il paese come zombies, come noi impotenti contro il maltempo.
Altra attrazione del paese e' Taupo Bungy, senza ombra di dubbio il salto piu' spettacolare del mondo: da una scogliera di roccia bianca coperta qua e la' di vegetazione verde intenso, in una gola del Waikato River che scorre placido e trasparente, con l'acqua di un colore che va dal blu intenso al verde, piu' bello anche di Queenstown. In teoria non e' un'attivita' che dipende dal bel tempo, ma dopo aver guardato giu' dalla piattaforma, garantisco che fare un volo di 50mt con il sole o con la pioggia fa una differenza significativa. E cosi', questa volta con il maltempo come scusa, ho mancato il mio secondo appuntamento con l'elastico. A questo punto mi chiedo se voglio davvero farlo...
Il maltempo non ci ha impedito almeno una passeggiata tra i Craters of The Moon, una zona geotermica dove si puo' seguire un percorso di 45 minuti tra pozze di fango bollente e crateri fumanti.
Frustrate per il momento le nostre ambizioni quasi-suicide, ci siamo rimessi in macchina per Rotorua, dove ad appena 80km di distanza, tra un tuffo nei fanghi termali, maori hangi e hikes tra geysers e fumarole, aspettiamo fiduciosi un giorno di sole!
lunedì 23 giugno 2008
Napier
Devo cominciare a contarle: le volte che ho avuto la tentazione di lanciare The Book of Lies dalla finestra. Rainbow Lodge in Taupo, dal cui letto a castello al momento scrivo, e' descritto come 'spazioso, pulitissimo, rifinito con piccoli particolari che creano un'atmosfera casalinga'. Dico io: 'Super affollato, non particolarmente pulito e frequentato da quella popolazione di cool-dudes non esattamente simpatica che si trova solo negli ostelli.' Li abbiamo incontrati in Cina, in Oz e adesso anche qui: girano con il beanie in testa anche in casa quando non ce n'e'proprio bisogno, si muovono come se fossero stonati dalla mattina presto e ti guardano dall'alto dei loro vent'anni e dalla convinzione di essere speciali per il solo fatto di alloggiare in un ostello. Ti viene voglia di svegliarli con un ceffone e la rivelazione che il beanie ce l'hai anche tu, gli ostelli esistono dalla notte dei tempi e le canne non le hanno certo inventate loro! Lasciata Wellington tre giorni fa, siamo di nuovo sulla strada, spostandoci sempre piu' velocemente su quella rotta intorno al pianeta che alla fine ci riportera' al punto di partenza. La sensazione di essere di nuovo in movimento e' piacevole, rinnova l'energia che in momenti di stasi troppo prolungata sembra addormentarsi. Abbiamo passato due giorni a Napier, citta' a 350km a nord di Wellington sulla costa est, famosa per essere stata completamente distrutta da un terremoto nel 1931 e poi ricostruita in stile Art Deco. Avrebbe potuto essere un disastro architettonico, un parco a tema, ma il risultato e'sorprendentemente piacevole e autentico. In due giorni ognuno di noi ha trovato qualcosa da fare: un tour a piedi degli edifici piu' belli, il museo con la storia del terremoto, e un acquario dove, anche dopo i delfini selvatici di Tangalooma e Milford Sound, Nina e Sara si sono entusiasmate per i salti di Kelly, delfino anziano e solitario nella vasca di Marineland. La felicita' delle bambine e'arrivata al massimo quando per cena abbiamo trovato un barbecue alla koreana con illimitata porzione di gelato come dessert e poi, una volta tornati in camera, abbiamo guardato un DVD di Walt Disney prestato dalla padrona dell'ostello. Lasciata Napier questa mattina, ci siamo diretti verso il centro dell'isola in cerca di vulcani, geysers e attivita' geotermica. Lake Taupo, dove ci fermeremo per altri due giorni cercando di convivere con la fauna di Rainbow Lodge, e' un paese sulla sponda del lago omonimo, un cratere formato da un'eruzione vulcanica di 1800 anni fa le cui ceneri sono arrivate fino a Roma. Il vulcano sepolto nelle profondita' del lago e' dormiente, monitorato di continuo perche' caratterizzato da un magma particolarmente viscoso che prima o poi causera' un'altra esplosione. Arrivati con la pioggia, anche se nell'aria si distingue nettamente un odore di zolfo, non abbiamo potuto vedere nessuna delle cose che ci hanno portati qui, il lago si stende grigio e poco invitante davanti al paese. Brendan e le bambine dormono, i cool dudes sembrano essere anche loro spariti nel silenzio della notte, solo io continuo a parlare con il computer, speriamo che domani porti una nuova luce.
lunedì 16 giugno 2008
More Wellie
Conoscere qualcuno in una citta' nella quale si approdi per la prima volta e'garanzia di buon inizio, un aiuto impagabile per cominciare a muovere i primi passi in terreno sconosciuto e trovare poi da soli la propria strada. Meglio di qualunque Book of Lies o Ufficio del Turismo, fino ad ora l'esperienza diretta di amici e bloggers e' stata la guida migliore per ogni posto che abbiamo toccato.
Parte dell'avventura di viaggiare e' pero' anche quella di conoscere nuove persone, di avvicinare la gente in modo improvvisato, aperti a nuove conoscenze che spesso capitano per caso. Sabato scorso al Te Papa Museum , aiutando Nina e Sara a mettere insieme un aquilone per Matariki, il nuovo anno Maori, abbiamo conosciuto Dee, un'australiana di Perth, e la sua bambina Trinity che condividevano con noi tavolo e materiale. Ci siamo messi a parlare e immediatamente riconosciuti come appartenenti alla stessa tribu': in terra straniera, coppia mista, e dopo aver vissuto in diversi angoli del pianeta, incapaci di identificarne uno solo come casa. Un'ora di chiacchiere e Dee ci ha invitati a cena a casa sua per la sera dopo. Abbiamo passato una serata tra amici anche se sconosciuti, persone con un'esperienza di vita simile alla nostra, con le quali la comunicazione e' stata facile e spontanea, a volte capaci di finire le frasi dell'altro perche' con le menti formate dallo stesso vissuto.
Dopo aver fatto la prima amicizia locale, abbiamo ufficialmente lasciato la categoria dei turisti e abbracciato quella dei 'Foreign Residents': viviamo la seconda settimana come tali, senza fretta di marciare da un posto all'altro, godendoci il sole e tornando nei nostri posti preferiti per prendere un caffe' e qualche foto che dia idea dell'atmosfera di questa citta'. Consapevoli del fatto che sara' l'ultimo letto in cui potremo dormire per due settimane di seguito, ce la prendiamo con calma, raccogliendo energie per gli ultimi due mesi in cui dovremo coprire via terra un numero enorme di chilometri. I 'Books of Lies' del Sudamerica ci fanno costante compagnia, definitivamente fuori dalle valigie, hanno preso residenza stabile nello zaino che ci portiamo sempre appresso e vengono tirati fuori ad ogni fermata. E vista l'abbondanza di locali a Wellington, le fermate sono tante ultimamente! Seduti a un tavolo di Floriditas in Cuba Street, mentre io cercavo un hostal a La Paz e Brendan studiava il sistema di autobus del Cile, Nina ci ha fatto notare con una certa nostalgia che mentre noi abbiamo rimesso le felpe pesanti, in Europa si va a nuotare al mare. Ci siamo detti ridendo che potremmo andare a nasconderci in Sardegna e continuare a scrivere blog lavorando di fantasia! E' stato solo un momento di debolezza, siamo piu' forti della tentazione per ora, e per dimostrarlo abbiamo finito di pianificare l'itinerario neozelandese cosi' che sappiamo gia' dove dormiremo per le prossime due settimane, e a questo punto non e' una certezza da poco!
Cuba Street, our neighbourhood
Floriditas
High Tea In Martha's
With Dee and Trinity
giovedì 12 giugno 2008
Aotearoa Taonga
From The Book of Lies: "Difficilmente tornerete dalla Nuova Zelanda con una valigia piena di souvenirs". E il libro non smentisce il suo nome: artigianato, abbigliamento, musica, avremo forse gusti strani, ma per ora la Nuova Zelanda e' il paese in cui e' piu' difficile non cedere alla tentazione dello shopping. Ci conteniamo per motivi di budget e di spazio, ma qualche volta cediamo. E' difficile passare un negozio di abbigliamento da trekking senza dare almeno uno sguardo alla linea Icebreaker, una ditta neozelandese che crea capi di abbigliamento tecnico utilizzando materiali naturali, secondo una filosofia verde ma un design hip. L'artigianato maori con le maschere in legno e ciondoli in giada e osso e' altrettanto difficile da resistere, tanto piu' che ogni oggetto ha un significato mistico e portafortuna, per chi ci crede. Dalla Nuova Zelanda viene anche il miele di manuka, caratterizzato da un ingrediente attivo con proprieta' antibiotiche, usato sia dalla medicina tradizionale che da una linea di body care che in Europa non si trova.
Non solo i souvenirs si trovano nei negozi, ma anche sulla spiaggia! Ieri siamo arrivati a Cape Palliser in cerca di una colonia di foche. Arrivati ai piedi del faro dopo una strada sterrata che costeggiava il Pacifico a distanza troppo ravvicinata per potersi godere il panorama senza paura di essere spazzati via, abbiamo trovato un vento talmente forte che spezzava la cresta delle onde facendole sembrare infrangersi in senso contrario, e ovviamente nessuno in giro. The Book of Lies raccomandava di non mettersi mai tra una foca e l'acqua e di mantenere comunque sempre una distanza di sicurezza di venti metri. Guardandoci bene intorno siamo scesi a fare una passeggiata sulla riva rocciosa. Il vento continuava a soffiare e il mare a ruggire, ma niente foche. Rincorrendo il beanie che una ventata mi ha portato via, sono quasi inciampata su una montagna di Paua, bellissime conchiglie utilizzate nell'artigianato locale che vengono vendute nei negozi a dieci dollari l'una. Ne abbiamo raccolte cinque ma dovuto lasciare il resto sulla spiaggia. Alzando gli occhi da terra, sempre in cerca di conchiglie, mi sono trovata faccia a faccia con una foca, poco piu' in la' altre due facevano capolino dai cespugli. Brendan dice di non avermi mai vista correre cosi' veloce!
Ascoltando: Shihad, Vampires
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martedì 10 giugno 2008
Wellie
Siamo di nuovo nella grande metropoli e boy does it feel good! Lo sospettavamo anche prima dell'inizio di questo viaggio, ma a questo punto abbiamo fatto pace col fatto di non essere tagliati per le vie di mezzo: la nostra dimensione oscilla tra il campeggio selvaggio e la grande citta'. Siamo al massimo della felicita' quando moriamo di freddo sul Waiau River su una zattera, camminiamo per ore nel deserto australiano, o quando viviamo nel mezzo di una capitale con musei, teatri, caffe' e negozi. La 'suburbia' non fa per noi. Dopo la vita tranquilla alla periferia di Christchurch ci troviamo immersi nel clima multirazziale e colorato di Wellington, la capitale. Per la prima volta si vedono i maori, dappertutto e, a differenza degli aborigeni australiani, perfettamente integrati nella societa'. Abbiamo perso alloggio a Southern Cross Apartment, un residence all'angolo di Cuba Street, il centro della vita notturna. Volendo, basta uscire dalla porta di casa per poter fare colazione, pranzo e cena fuori a qualunque ora del giorno e della notte, cambiando posto ogni volta. Negozi di vestiti, libri, antiquariato, musica e tattoo studios affollano il vicinato e attraggono una popolazione molto diversa. I nostri vicini, gli altri occupanti degli appartamenti al sesto piano, sembrano essere per la maggior parte indiani e all'ora di cena un profumo di curry e vindaloo si sparge dappertutto facendo venire fame anche a chi non ne ha. Il secondo giorno, uscendo dall'ascensore, abbiamo incrociato nell'atrio tre ragazze americane con zaini e valige che lasciavano il palazzo con aria disgustata, chiaramente non contente di quello che avevano visto. Abbiamo captato la parola 'sporco' e Nina, nove anni e sei mesi Around the World, ha borbottato piu' a se stessa che a qualcun altro in particolare: "Si vede che non hai mai visto sporco, Lady!"
La temperatura e' quasi invernale a causa di un vento costante che pare sia una delle caratteristiche di questa citta', ma il sole continua a splendere dandoci l'energia e l'umore giusti per esplorare la citta'. Abbiamo passato due giorni al Te Papa Museum, un complesso enorme con diverse esibizioni sulla storia, cultura, geologia, flora e fauna locali. Come tutti i musei che abbiamo visitato in Australia, anche questo e' organizzato a misura di bambino, con tutte le informazioni scritte, ma anche molte esibizioni audio-visive e workshops dove i bambini possono mettere in pratica quello che imparano. Nina e Sara hanno saltato su una pedana e misurato sulla Scala Mercalli l'effetto provocato dal loro mini-terremoto, hanno toccato una roccia della crosta terrestre, una del mantello e una del nucleo. Non mi aspetto che ritengano tutte le informazioni che stanno acquisendo in modo quasi passivo, come per gioco, ma spero che quello che dimenticheranno momentaneamente gli tornera' utile piu' avanti, quando piu' grandi, a scuola studieranno questi argomenti.
Sabato sera abbiamo vsto gli All Blacks giocare contro l'Irlanda, anche se solo in un pub l'atmosfera era quella giusta. Alcuni di noi sono stati semplicemente disgustati del risultato, altri si sono divertiti a osservare la folla impazzire durante l'Haka. Questa sera ci siamo uniti a un meeting di Bookcrossing a Mac's Brewery, fatto amicizia con il contingente locale e fatto provvista di libri. I bookcrossers di Wellington sono stati molto ospitali e tra loro abbiamo incontrato due ragazze irlandesi, sorella e amica di due bookcrossers di Dublino che conosciamo bene, I love the internet! Domani andiamo a vedere Cats all'Opera House, con grande eccitazione delle bambine che sentono nostalgia di Willard e Saty. Insomma, non abbiamo perso tempo a tuffarci nella vita locale, so far Wellington is all good!
Ascoltando: Crowded House, Distant Sun
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