sabato 24 maggio 2008

Hiking on Ice



L'ultima gita prima di spostarci nell'isola del nord: i ghiacciai sulla costa ovest,dall'altra parte delle alpi. Mettersi in macchina senza Giovanna e Duncan, di nuovo solo in quattro ha fatto un effetto strano a tutti, ma sforzandoci di superare il momento di nostalgia ci siamo rimessi per strada. Avevamo scelto il Franz Josef Glacier perche' The Book of Lies, pur non esprimendo una vera e propria preferenza, lo metteva comunque in risalto rispetto al Ghiacciaio Fox per il quale invece non spreca molte parole in descrizioni dicendo semplicemente che e' equivalente al primo. Sicuramente descrive il paese come piu'vivace e con una 'great atmosphere'. Una volta arrivati a Franz Josef e preso alloggio al
'Gloworm Cottages Accommodation for Travelers and Adventurers', salta fuori che le bambine non potevano andare sul ghiacciaio perche' troppo piccole per l'altezza a cui sono messe le corde di scicurezza e il paese e' organizzato ad uso e consumo di chi dopo il ghiaccio non ha altre ambzioni che quella di riempirsi d'alcool in uno dei bar locali che sono anche l'unica possibilita' per mangiare: cibo di qualita' estremamente scadente. Eravamo qui per camminare sul ghiaccio e non ci arrendiamo facilmente. Una telefonata al Fox Glacier Guiding, 25 km piu' a sud, ha risolto il problema: a loro i bambini piacciono e sono organizzati anche per gli avventurieri piu' piccoli, dai sette anni in su. Abbiamo prenotato un Fox Trot per il giorno dopo, una passeggiata di 4 ore,di difficolta'moderata descritta come l'introduzione perfetta al mondo gelato di Fox Glacier.
La pubblicita'diceva: "Non lasciare la Nuova Zelanda senza fare questa esperienza". La notte prima della spedizione, dopo non aver toccato cibo a cena, Sara ha vomitato il pranzo che non aveva digerito. Questa mattina, sveglia alle 7, e' svenuta in bagno per la debolezza. L'esperienza si annunciava veramente indimenticabile cosi'che dopo averla rianimata e ingozzata di marmellata e succo di frutta abbiamo deciso di rinunciare. "Ma io non vedevo l'ora di andare sul ghiaccio!" dice lei ingozzandosi di pane e marmellata ma sempre pallida. Ci siamo guardati e abbiamo deciso di fare comunque i 25km in macchina per cercare di recuperare i soldi della gita mancata. Una volta arrivati, Sara stava meglio e continuava a dire che lei la passeggiata voleva farla. Abbiamo parlato con la guida che ha intervistato la piccola peste e ottenuto la stessa risposta decisa. "Continuate a darle zuccheri, arriviamo al ghiaccio e vediamo come va, she'll be apples!" E con le tasche piene di caramelle siamo partiti. Dopo una camminata di mezz'ora sul costone della valle rocciosa ai piedi del ghiacciaio, siamo arrivati alla base. Sara stava decisamente bene, spiegando il mondo come al solito a chiunque le camminasse vicino nonostante il sentiero in salita. Continuando a riempirla di caramelle alla frutta, abbiamo messo i ramponi e proseguito la scalata al ghiacciaio. La guida ci ha portati in mezzo al fiume gelato, scolpendo scalini nel ghiaccio nei punti piu' difficili e raccomandandoci di seguire esattamente i suoi passi, mentre indicava crepacci bellissimi e minacciosi che si aprivano ad appena un metro dal sentiero che andava via via intagliando. La sensazione di camminare su un fiume di ghiaccio che lentamente scende a valle e' estremamente surreale, ma per quello che mi riguarda l'esperienza ha avuto un fascino ancora piu'intenso. Prima di partire avevo fatto uno di quei test di personalita' semi-seri per scoprire quale fosse lo sport estremo che piu' mi si accordava. Aspettandomi qualcosa come bungy jumping o sky diving, il risultato mi aveva lasciato perplessa: ice climbing, freddo e pericoloso. Dopo la passeggiata di oggi capisco e concordo pienamente: l'idea di dover calcolare ogni passo, di dover essere totalmente conscia dello spazio che mi circonda perche' il minimo errore potrebbe costare molto caro, ha per me un fascino incredibile. Il momento piu' bello quando siamo entrati in una grotta nel ghiaccio e percorso un tunnel dove il blu era particolarmente intenso e il solo rumore quello delle gocce d'acqua che cadevano dalla volta. Sulla via del ritorno, ricomiciato il cammino sulla terra ferma, mentre tutti gli altri cominciavano ad arrancare, Sara ormai in overdose da zuccheri saltava come una capretta di montagna da una roccia all'altra. Mentre scrivo, alle nove di sera, siamo tutti pronti per il letto e Sara continua a chiacchierare... si preannuncia una bella notte riposante!














5 commenti:

Mr Smiss ha detto...

Ciao Pernod!!!! tu me maaanqueee!!!
Bon, vi ringraziamo della descrizione dettagliata dell'avventura e delle foto magnifiche...merci,ah..!
Oui, c'est ça..come se non ci sarebbe piaciuto essere li con voi...
Povera Sara...scommetto che ti sei sentita male, perché qualc'uno...non ti ha datto abbastanza nutella...!

Letizia ha detto...

Pernod ha mangiato tutta la nutella e non ne era rimasta piu' per Sara (Papatte de chat!)

Duncan ha detto...

Beautiful snaps - again ! Looks like a great adventure. I laughed out loud when I read : 'Sara stava decisamente bene, spiegando il mondo come al solito a chiunque le camminasse vicino ' - no clearer sign !

Naughty Mr Pernod ...

Silvia ha detto...

SARETTA SEI UNA ROCCIA !!!!!
fate scorta di nutella (e qualcuno di quei panini da pic nic in case of disgusting food !)

Letizia ha detto...

Food really was disgusting! On the far side of Arthur's Pass starts a culinary desert!