domenica 4 maggio 2008

Rafting and smelly waters





Duncan aveva detto che tutto gli sarebbe andato bene, cosi abbiamo organizzato. Prima lo abbiamo illuso con la prospettiva di tiepide acque termali e nuotate al chiaro di luna ad Hanmer Springs, poi l'abbiamo fatto salire su un canotto ad affrontare le rapide gelate del Waiau River. Era tempo di impegnarsi e dimostrare di che pasta siamo fatti: con White Water Rafting in cima al poll di While Stocks Lasts, e coincidentalmente la nostra prima preferenza in campo di extreme sports, era tempo di concretizzare. Thrill Seekers Canyon e'capitato di strada e non abbiamo potuto ignorarlo. Partiti da Christchurch sotto un sole freddino, dopo fermata caffe' e muffin a meta' strada siamo arrivati puntuali a destinazione. Abbiamo firmato i necessari disclaimers e seguito fiduciosi la guida nel capanno per scegliere le mute e i caschi. L'atmosfera era a quel punto parecchio eccitata, tutti uniti dallo spirito di avventura, e dal proposito di soffrire un po' di discomfort per avere a fine giornata la sensazione di esserci meritati l'acqua calda delle terme.





Con una graduazione da 1 a 6, di cui l'ultimo grado non puo' essere usato commercialmente ma viene lasciato alla discrezione di pochi squilibrati privati, con un modesto 2 il Waiau River ci e' sembrato il posto giusto per cominciare. Abbiamo indossato l'attrezzatura con entusiasmo e poi ascoltato diligentemente le regole di sicurezza che ci illustrava il lupo di mare un po' matto che ci hanno dato come guida. Non ci siamo scomposti quando ha parlato di possibilita' di cadere in acqua, di scuffia, ne' quando ci ha detto "Una volta in acqua, mettetevi subito sulla schiena con i piedi a valle, mai cercare di alzarsi in piedi perche' potreste rimanere incastrati tra le rocce e annegare con la violenza del fiume che vi scorre sopra." Lo abbiamo ascoltato impassibili mentre dimostrava come ripescare qualcuno dall'acqua senza sfilargli il giubbotto di salvataggio e mostrarci una cima di 20mt da lanciare a chi fosse stato trascinato troppo lontano dalla corrente. Quando ci ha fatto vedere dove fosse la radio nel caso in cui anche lui fosse stato kappa-o, ho cominciato a sollevare un sopracciglio "It's not gonna happen, is it?" Mi ha risposto con un sorriso sotto i baffi diplomatico-maligno.



Finalmente pronti a un po' d' azione, siamo usciti e insieme abbiamo portato il canotto fino all'acqua. Il sole che fino a quel momento ci aveva se non proprio scaldati almeno illuminati era sparito dietro le nuvole e il fiume da blu era diventato grigio, ma coperti dalle mute e fiduciosi dell'allegria dimostrata dall'arzillo lupo di mare non ci siamo preoccupati.


"Ciao bagnino!"






In mezzo al canyon ci siamo accorti di un vento che non si sentiva dalla riva: la gola incanalava l'aria come un imbuto e la soffiava in senso opposto a quello di marcia. Dopo i primi cinque minuti la guida ha comunicato ridendo che ci avremmo messo ben piu' di due ore ad arrivare al jetboat che ci avrebbe riportati alla base. Le mute tenevano bene e l'entusiasmo era ancora alto, cosi' che abbiamo preso l'informazione come una buona notizia. Cinque minuti dopo la pioggia ha cominciato a smorzare i sorrisi di alcuni e bagnare i capelli di altri. Sara se ne e' uscita con: "The world is an ice cube!" Quando e' arrivata la grandine, con le mani rosse e rattrappite intorno ai remi tanto che pensavamo ormai di non poterle piu' staccare, mentre Sara cominciava a farsi sempre piu' seria, Duncan rideva come un matto (l'australiano!) e diceva: "Manca solo la neve!" Come invocata dallo sciamano australiano, anche la neve ha cominciato puntuale a cadere orizzontale, soffiata dal vento sempre piu' forte sulle nostre facce, mentre cercavamo di negoziare le prime rapide. A quel punto Sara ha cominciato a piangere. Per fortuna il lupo di mare l'ha presa sotto l'ala, o la zampa, e chiamandola a remare vicino a se' l'ha pian piano tirata fuori dal panico. Nina, assolutamente indifferente al freddo, continuava a remare contenta di vedere finalmente acque un po' piu' agitate. Io e Brendan, familiari al concetto che una volta cominciata un'impresa si va fino in fondo, abbiamo deciso che tanto valeva divertirsi e cercando di ignorare il freddo ci siamo concentrati sui remi. Con la coda dell'occhio sorvegliavo mia sorella, conoscendola, sapevo che dopo Sara sarebbe stata lei la prossima a sputare il ciuccio. Piu' la neve cadeva, piu' Duncan rideva, meno Sara si divertiva e piu' Giovanna tremava. Ad un certo punto chiede: "Ma quanto ci manca alla fine?!"
"Siamo appena a meta' strada."
"CHE COSA???"
Se non ci avesse incrociato un jetboat con due ignari turisti indiani a bordo che si godevano la corsa, Giovanna sarebbe saltata alla gola del povero lupo di mare strangolandolo, allora si che saremmo stati nei guai. Per arrivare salvi alla fine dell'esperienza abbiamo disimbarcato mia sorella sul jetboat, piu' un caso di ammutinamento veramente, seguita a velocita' supersonica da Sara che si e' sistemata tra le sue gambe e ha messo giu' la testa fino al ritorno in porto. Il jetboat e' ripartito continuando il giro turistico verso la foce del fiume, promettendo pero'di tornare piu' tardi a prenderci nel caso in cui ci fossimo trovati in difficolta'. Venti minuti dopo, anche la guida ha gettato la spugna. A cinquecento metri dalla meta ci siamo fermati e aspettato che il jetboat venisse a salvarci. A quel punto anche io tremavo, e Nina e Brendan erano pronti a cedere i remi, Duncan continuava a ridere. Tutti insieme siamo saliti sul jetboat tirandoci a bordo anche il canotto. Sulla via del ritorno con il sole ormai quasi tramontato, il pilota ha tentato tre o quattro testacoda, ma ormai congelati, nessuno era in grado di apprezzare i suoi sforzi. Quando ha prolungato l'agonia di cinque minuti per tornare indietro e consentire all'ufficio di fare una foto ricordo, qulacuno non ci ha visto piu' e ha dimostrato con gesti eloquenti il proprio dissenso.



Indovinate cosa sta facendo Giovanna nella foto sopra:

a) Saluto tradizionale maori

b) Alza la mano per dare una spiegazione scientifica del curioso fenomeno metereologico conosciuto come 'Nuvola di Fantozzi'

c) Si offre volontaria per una prossima uscita







Abbiamo concluso la giornata alle sospirate terme di Hanmer Springs, sempre sotto la neve ma finalmente immersi nell'acqua calda e beneficamente puzzolente delle sorgenti sulfuree.





11 commenti:

desmax ha detto...

Il camel trophy l' avete messo in programma ?

Letizia ha detto...

Buon'idea! Magari per un prossimo viaggio, vieni anche tu? ;-)

desmax ha detto...

Sono fifone :-(.
Magari per un viaggio in moto se ne può parlare.

ivan ha detto...

Wow... Altro che bangingiampin!!
Coraggiosissimi, soprattutto le più giovani...
PS: nella mia precedente alludevo alla sabbia rossa che Brendan, da buon cittadino (anche) italiano, stava per saccheggiare !!!

Letizia ha detto...

La sabbia rossa è al momento in un pacco disperso tra l'Australia e l'Irlanda, chissà se mai arriverà. Per il bangigiampin sorveglia questo spazio...

Anonimo ha detto...

salvate il soldato Giò!Baci,baci,Anna Maria

Luz ha detto...

Allora, dopo 5 mesi di viaggio cosa dicono le bimbe?Soddisfatte?Divertite?Sufe?Nostalgiche?Curiose?Immagino che la diffidenza iniziale appartenga ormai solo al passato,e a cosa ha lasciato il posto nelle loro menti???Io le vedo belle e serene!bacioni

Letizia ha detto...

@ Anna Maria e Laura: finalmente ho capito chi siete! Scusate le risposte a pera di prima, vi avevo confuse con altre due omonime. Benvenute! Il soldato Gio' e' continuamente sottoposto a prove sempre piu'dure, vedremo se sopravvivera'...

@ Luz: le bimbe sono contente, ti rimando al post Guerrieri di Pannacotta per essere piu' precisa. Prendono tutto come una novita', un'avventura e non si tirano mai indietro. Oggi abbiamo fatto un rapido conto dei Km che hanno camminato come 'hikes', senza contare quelli in citta' per andare da A a B e dall'inizio del viaggio a oggi siamo arrivati a 75!

Mr Smiss ha detto...

Bene, bene e ora che sono ri-saltata dall'altra parte dello schermo e del pianeta, dopo 30 ore di aerei e di aeroporti e tanta nostalgia per la Troupe Lawlor e la Nuova Zelanda...fatemi dire la mia sull'esperienza "rafting"!
C'era un freddo, ma un gelo...che era come sciare in mezzo a una tempesta di neve in jeans e maglietta, senza guanti e bagnati! Nonostante tutto, riguardando le foto, quel giorno é stato bellissimo e vorrei che fosse oggi...!

Letizia ha detto...

Esagerata col freddo! O forse no... sicuramente ne è valsa la pena: no pain no gain, come per tutto del resto nella vita!

Anonimo ha detto...

hi, new to the site, thanks.