martedì 20 novembre 2007

Indulgenze dei Tempi Moderni

Mi è stato chiesto se con tutti i chilometri che copriremo nei prossimi otto mesi abbiamo considerato di acquistare crediti per l'emissione di CO2 che causeremo. Sul sito della British Airways c'è un link per un'azienda che si chiama Climate Care, che è una delle principali a fornire il servizio in Inghilterra.

Il concetto è questo: usando degli "standard governativi per convertire unità di energia in emissioni di CO2", ti dicono quanto inquini viaggiando, ma anche stando a casa (usando macchina, elettricità, gas e gasolio) e ti consentono di pagare un prezzo per riscattare le emissioni di gas che produci. I soldi che tu paghi vanno poi ad essere investiti in progetti per ridurre le emissioni di CO2 in diverse parti del mondo. L'obiettivo è quello di raggiungere una situazione neutrale in cui le emissioni che produci vengono annullate dai progetti verdi che vai a finanziare. Il ragionamento non fa una piega, i problemi però sorgono quando vai a vedere come queste aziende operano e quello che ho visto non mi convince. Sono tutte aziende private che operano secondo schemi privi di ogni controllo alcuni dei quali sono stati poi scoperti come fraudolenti, inefficaci, o addirittura controproducenti, (vedi The Guardian "The inconvenient truth about carbon offset industry").

Tra tutte le emissioni di CO2, già di per sè difficili da calcolare per ammissione stessa del IPCC, quelle degli aerei sono le più difficili da determinare perchè dipendono da quanto sia carico l'aereo e dall'altitudine (vedi FAQ on Climate Care). Ancora più difficile da determinare è quanta CO2 viene riscattata da un'altra parte. Uno dei progetti più popolari è quello di piantare alberi, che naturalmente eliminano CO2, ma la quantità non è misurabile specialmente quando le aziende che li piantano lo fanno in riscatto immediato di tutta la CO2 che l'albero eliminerà in 100 anni di vita. Un progetto per piantare alberi in Ecuador(vedi World Rainforest Movement) è stato accusato di aver sfrattato migliaia di contadini e di gestire piantagioni dove la terra rilascia più CO2 di quanta ne assorbano gli alberi. Lo stesso fondatore di Climate Care, Mike Mason, ha detto che piantare alberi sia uno spreco di tempo ed energia, ma che purtroppo la gente si entusiasma all'idea e quindi bisogna accontentarla. Altri progetti tipo quello di scoraggiare l'uso domestico di combustibili altamente inquinanti in India o in Africa, sono ancora più difficili da realizzare perchè richiedono la cooperazione della popolazione locale.

Da quello che ho visto, non credo che si possa affidare a delle aziende private il compito di "offsetting" il diossido di carbonio che produciamo e sono d'accordo con chi lo paragona alla pratica in uso nel medioevo di comprare indulgenze per poi continuare a peccare con la coscienza tranquilla, (Vedi Denis Hays in The New York Times). Chiamatemi eco-vandala, ma fino a quando la materia non verrà regolamentata da una legge e gestita da un governo, fino a quando il costo del CO2 non verrà ripartito proporzionalmente tra chi lo produce e chi ci guadagna, (BA nel 2005 quando ha lanciato la campagna ha comprato per tutto l'anno crediti pari all'emissione dei suoi aerei nella tratta Londra-NY di appena un giorno), non mi sento di auto punirmi per i prossimi 8 mesi.

8 commenti:

Francesca ha detto...

Cara Le,

non sono per niente d'accordo. Con tutti i suoi limiti l'offsetting le emissioni di carbone e' un "life style" non e' un liberarsi dei sensi di colpa. E' una di quelle cose che vista la situazione attuale si dovrebbe fare automaticamente cosi' come si deve usare la macchina il meno possibile, non sprecare acqua, usare riscaldamento e aria condizionata solo quando serve, bere latte organico e mangiare cose sane e locali ed usare "green electricity" e con coscienza. Il carbon trading e' alla base del trattato di kyoto ed e' ' un modo, l'unico al momento in cui qualcosa si puo' fare. Con i suoi limiti of course. Lo schema della BA non e' fallito per la sua debolezza ma perche' non incentivato adeguatamente. Quello della virgin blu e' estremamente successful. E' vero che non c'e' una spinta adeguata al carbon trading da parte dai governi ma come ben sappiamo i nostri geronti burocrati sono piu' proccupati a teneresi le loro sedie che a fare scelte coraggiose ed a rischio di perdere voti. E la maggior parte delle persone preferisce spendere i propri soldi in comprare "cose" spinti da necessita' generate dal consumismo che in sostenere idee o pagare tasse mirate alla salvaguardia ambientale.
Insomma il carbon trading con tutti i suoi limiti e' un'altra cosa, doverosa e necessaria che secondo me si deve fare quasi a prescindere. I costi tra l'altro non sono alti. Sono d'accordo che dovrebbe essere il governo centrale a farlo cosi' come i gpverni centrali dovrebbero usare energie rinnovabili e smettere di usare carbone (clean carbon lo chiamano qui!!). Be' qui Sabato con un po' di fortuna Howard perdera' le elezioni proprio per l'enviromental issues e il nuovo governo ha promesso carbon trading energie rinnovabili etc etc.
Se iniziamo a spaccare il capello in due o tre o quattro e dire beh non sono sicura che sto offestting abbastanza o forse lo sto facendo troppo ma esattamente quanto devo offetting bla bla bla nessuno fara' mai niente e allora si che tutti saremo responsabili per il non-futuro che ci sara' per i nostri figli.

Letizia ha detto...

Non discuto sulla necessità del carbon trading, nè sul successo che abbia per le industrie che lo praticano. Quello che metto in dubbio è l'utilità del riscatto delle miglia aeree da parte dei privati, che è solo una forma particolare di offsetting. Le aziende che offrono il servizio in Europa,(Climate Care, Equiclimate,Atmosfair and the likes), non offrono nessuna garanzia e operano senza nessuna trasparenza, requisito essenziale per ogni azienda privata che voglia fare business. Virgin Blue ha più successo delle altre perchè Sir Richard è un vero businessman, garantisce questa trasparenza e ti dice esattamente come calcola il costo del tuo CO2 e dove i tuoi soldi vanno a finire. Ancora più imporatnte è che TUTTI i soldi raccolti da Virgin Blue vanno a finanziare progetti sorvegliati dal governo in Australia e Nuova Zelanda. Che da una parte soddisfa la necessità di trasparenza, ma dall'altra (e questo è un altro discorso), trasforma la questione in "noi e loro" perchè la gente paga più volentieri per andare a ridurre il CO2 nel loro back garden anzi che nel terzo mondo, ma il problema è globale!

ivan ha detto...

Primo, se non la smettete di parlare mezzo italiano e mezzo inglese, non capisco nulla (in italiano)...
Secondo, ha ragione Mike Tyson... Troppi allarmismi, oggi si fa a gara a chi la spara più ecogrossa...
Ma partite tranquilli, che se arriverà la fine del mondo non sarà certo per colpa vostra... Magari..!
D'altronde chi l'ha mai visto questo buco dello "zono"? E se è un buco, come fanno a vederlo e a dire che c'è ?!?

Letizia ha detto...

Caro Ivan,
Mike Tyson è in buona compagnia, Michael O'Laery,(Mr Ryanair) dice lo stesso, però non li prenderei come autorità in materia. Grazie per il commento e anche per l'assoluzione!

Francesca ha detto...

Cara le

le agenzie private di carbon credits comprano i crediti dai governi e li rivendono poi ai privati. I privati oltre a pagarsi gli stipendi reinvestono questi soldi in progetti in accordo con direttive governative. I progetti, sono sostanzialmente comprare lampadine a basso consumo energetico e fluorescenti e sostituire quelle "tradizionali", sostituire il microfono della doccia (o come si chiama in Italiano) con quelli a risparmio di acqua (e quindi di energia necessaria per riscaldare l'acqua quando si fa la doccia) e limitare e contenere la "deforestation. Infatti nonostante il piantare nuovi alberi non e' una panacea a meno che non li si pianti in specifiche zone tipo la rainforest e in zone vicine all'equatore, mantenere le foreste ovunque nel pianeta ed in particolare in amazonia ha un effetto estremamente positivo.
La storia delle lampadine sembra banale ma non lo e' per niente. Una lampadina tradizionale disperde il 93% dell'energia necessaria per tenerla accesa in calore. Quindi se sostituisci le lampadine di un palazzo con lampadine efficienti da un punto di vista energetico ti puoi solo immaginare il risparmio energetico.
Parlo con cognizione di causa perche' una nostra amica lavora proprio in una di queste agenzie di carbon trading (easy being green) e sono convinta che sia uno dei nodi cruciali di questo secolo. Sono anche convinta che l'uomo si estinguera' in qualche generazione ma in questo contesto non ha importanza.
Ma lo sai che il 30% dei gas ad effetto serra e' prodotto dal consumo domestico? Che e' generato da cose necessarie come riscaldamento e raffreddamento ma anche da una marea di sprechi come avere una casa non ben isolata (qui per esempio stanno iniziando solo adesso a mettere i vetri camera) lasciare tutti gli aparecchi elettrici in stand by (gli USA consumano in aparecchi elettrici lasciati in stan-by quanto l'India consuma in elettricita' "attiva"), bollire una kettle piena di acqua per una tazza di te, bollire l'acqua per cucinare senza coperchio etc etc etc
Ecco perche' dico che viaggiare ed optare per un offestting e' a mio parere semplicemente parte di un life style responsabile ed informato. E per me poco importa che i miei 150 dollari che decico di aggiungere al costo del mio viaggio vadano in parte nelle tasche di chi lavora nel carbon trading ed in parte a sostituire lampadine in una scuola della nuova zelanda.
E' un po' come quando vado a comprare verdura e frutta organica. So bene che una fetta dei miei soldi va nelle tasche di chi vende e produce frutta e verdura organica, sicuramente piu' di quanto dovrebbe ma in un certo senso non importa perche' nel comprare frutta e verdura organica e caffe e cacao del fair trade sto facendo una scelta ben precisa che riguarda me e la mia famiglia ed il nostro stile di vita ma anche i miei principi per quanto riguarda quello che ritengo sia giusto nei confronti del pianeta e della societa'.
O come quando scelgo di non comprare cose made in china etc etc.
Tra un po' mi vedrai sulle navi di greenpeace ad attaccare i balenieri o arrampicata alle centrali elettriche scrivendo "coal kills".....

Letizia ha detto...

Easy Being Green, di nuovo un'azienda australiana che ha investito in progetti verdi in Oz. Principalmente hanno fornito lampadine e telefoni della doccia nella zona di Sidney...A CHI? Se partiamo dal presupposto che risparmiare sulle emissioni di CO2 sia una scelta di vita, una scelta personale, perchè io devo andare a comprare lampadine a basso consumo di energia per gente che può comprarsele da sola? Il fondatore dell'azienda ha nel frattempo venduto e mi sa che a chi ha giovato il carbon trading è proprio a lui, alle sue tasche.
Altro punto: se per 8 mesi non vivrò a casa mia non userò corrente, gas e benzina per vivere qui, il CO2 che risparmio qui mi può venire scontato da quello che metterò in giro in altre parti del mondo? I 4 alberi di mele che ho in giardino contano?? Avevo intenzione di tagliarli perchè sono abbastanza bruttini, ma se mi fanno guadagnare kudos li lascio dove sono! Se vuoi gli do anche un nome :-)

Francesca ha detto...

easy being green e' in realta' andata in bancarotta perche' il governo howard ha emesso troppi crediti e quindi il loro prezzo era troppo basso al momento attuale ed erano una compagnia di piccole dimesioni e non sono riusciti a sopravvivere. Sicuramente nessuno si e' purtroppo arricchito.
Il senso di sponsorizzare tramite agenzie private il ricambio di lampadine "tradizionali" con quelle a risparmio energetico e' che il guadagno ambientale e' per tutti. Quindi chi capisce e condivide il problema e capisce che e' globale e che riguarda tutti dovrebbe aiuatre chi e' piu' pigro e piu' inerte e piu' passivo. O chi, come per esempio potrebbe essere una scuola nel country Victoria, non ha i soldi per sostituire 300 lampadine tradizionali con altre piu' efficienti.
E' un atto cosi' semplice cosi' intuitivo e cosi' a basso costo (monetario) ed a cosi' alto impatto ambientale che mi sempra incredibile stare a scrivere centinaia di parole per cercare di giustificarne la validita'.
Anyway ognuno agisce secondo scienza e coscienza ed ognuno e' responsabile delle proprie scelta.

Mr Smiss ha detto...

Scusate ma...mi sembra che siate ormai entrate un po' troppo nella discussione e abbiate perso un punto di vista, per me, fondamentale e cioé:
molte persone al giorno d'oggi realizzano il problema dell'ecologia e chi puo', ovvio che nel suo piccolo cerca di contribuire ma....per ora, le macchine elettriche, i cibi organici, gl'impianti ad energia solare per le case ecc...costano ancora un botto e, una picolissima parte di persone sul pianeta puo' permettersi di "spendere di più per essere ecologico"!
Ma secondo voi, tutti quelli che mangiano nei fast-food, è veramente perchè gli piace o
perchè un hamburger costa in media 1,50 euro e un panino mozzarella, basilico, prosciutto ecc...7 euro??? Non parliamo di "sedersi" amangiare in un bio-ristorante! Non so se in Australia sia diverso, ma in Francia e negli Stati Uniti è cosi'!
Non per difendre mia sorella, con la quale siamo, per definizione, spesso in disaccordo ma...cara Francesca, se sei sensibile a questo problema, mi sembra assurdo che non ti renda conto che la maggior parte della gente sul pianeta, oggi,muore di fame o tira la cinghia dall'inizio alla fine del mese!
Quindi,se tu puoi "vivere in modo ecologico" fai bene a farlo ma è vero che non stai partendo a fare il giro del mondo in 4 persone, e che magari, questi soldi delle "indulgenze", se fossi in questa posizione, ci penseresti un po' di più prima di spenderli...
Spero che non lo prenda male ma per me, è giusto una storia di mettersi nella pelle degli altri.