E alla fine le lacrime sono arrivate
insieme alla pioggia. La mattina avevamo fatto un lavoro di apertura
delle anche, sollecitando i bicipiti femorali nei quali secondo
l'ayurveda, nel corso degli anni si accumula la rabbia. Lalit ci
aveva avvertiti che probabilmente avremmo provato degli sbalzi d'
umore, dicendoci anche, se fosse successo ,di mantenere la calma e
aspettare che passasse. Sono entrata nella shala per la pratica
serale del giovedì, dopo aver passato la giornata in silenzio
totale. Sentivo il cuore appesantito da un sentimento di rabbia senza
un motivo preciso. Mi sono sistemata sul tappetino, con lo sguardo
basso ho ricopiato gli spunti scritti sulla lavagna per la lezione di
allineamenti e aggiustamenti che stavamo per cominciare. Non riuscivo
a guardare in faccia nessuno, Lalit meno di tutti. Sentivo che mi
osservava, sapevo che avvertiva che qualcosa in me non andasse e
percepivo la sua preoccupazione. Ma non c'era niente che potessi
fare, la rabbia era sempre lì. Dopo aver aperto la lezione con il
mantra come al solito, anzi che procedere con quanto era scritto
sulla lavagna ci ha detto di chiudere gli occhi e ha guidato una
sequenza lenta, più simile ad una lezione di hata che di ashtanga,
in cui abbiamo fatto meno posture, facilitate anzi che chiuse fino in
fondo, e tenute più a lungo. L'asciugamano questa volta anzi che per
il sudore mi è servito per asciugare le lacrime che per tutta la
sequenza mi scendevano dagli occhi chiusi. Durante il rilassamento
finale, quando ormai ero vuota e decisamente più in controllo, ha
cominciato a piovere, la prima volta in due settimane. Le gocce
picchettavano sul tetto della shala che con l'acqua rilasciava un
penetrante profumo di legno, il sole era finalmente scomparso per un
po' e la temperatura decisamente più fresca. La sera a cena era
tutto passato. Lalit mi ha messo una mano sulla spalla e senza parole
ci siamo riconciliati. C'è uno scambio di energie che non ha bisogno
di parole. E' così con un maestro di yoga, a parità di competenze
ciascun allievo sceglie il proprio in base a qualcosa che va al di là
della tecnica e anche della personalità. E' una questione di
energia, ciascuno ha la propria che si accompagna più o meno bene a
quella di un altro. La mattina dopo, mentre la classe finiva la
sequenza di vinyasa flow Mysore style mi si è avvicinato e mi ha
detto 'Adesso mi fai quindici archi, tre cammelli per scaldarti e il
resto alla spalliera di bambù.' In parole profane vuol dire fare
docici ponti partendo da posizione eretta. Pensavo scherzasse, ma
Lalit non scherza mai in classe... Docici ponti con l'aiuto della
spalliera e il maestro vicino. Non credevo di avere le risorse o le
capacità per farlo, ma lui le ha viste in me e le ha tirate fuori.
La settimana si è chiusa con un test
su quello che abbiamo imparato fino ad ora. Prima di raggiungere gli
altri a festeggiare al Cafè Kathmandu, ormai nostro regolare punto
d'incontro, io e Lindsey siamo andate a farci sciogliere con un
massaggio. Un po' dappertutto nel villaggio ci sono posti che ne
offrono, capanne con i tetti di paglia e il pavimento di terra
battuta, in cui entri in un ambiente semibuio diviso da tende di vari
colori. Superata l'impressione da bordello dei bassi fondi di Saigon,
l'esperienza è bellissima. Un'ora e mezza in cui le mani esperte
delle massaggiatrici sciolgono i nodi, rimettendo insieme noi corpi
inerti di ashtanghisti smontati da una settimana di pratica dura.
Durante il massaggio la testa continuava come al solito a girare
comunque, ripassando la lezione di anatomia appena ascoltata seguendo
le mani della massaggiatrice che lavorava sul mio corpo: trapezio,
erector spinae, lumbosacral fascia... tensori, bicipiti femorali,
gastrocnemius! So much for 'Yoga chitta vrtti nirodhah', 'Lo yoga
interrompe i processi della mente', ma d'altra parte secondo
l'analisi del dottore di ayurveda sono fatta di fuoco e aria, neppure
un briciolo di terra ad ancorarmi, non ho speranze di rallentare, è
la mia natura. Oltre ad aver ripassato la lezione di anatomia il
massaggio ha avuto il suo effetto, sono uscita come nuova!
5 commenti:
e finalmente una foto dei compagni nonché del felino, il quale, benché in disparte, appare ancora non domo
si ma non è IL felino! solo un micio per strada :-)
un bel micio, pure un po grumpy, da felino di strada che si rispetti
Buongiorno Letizia! mi sento quasi in colpa a leggere comodamente seduta davanti al pc il tuo racconto di una giornata così impegnativa a livello fisico ed emotivo :-)
Ciao a tutti :-) tranquilli, parte del processo di purificazione, tutto normale! Grazie a tutti per i commenti e il sostegno, sarebbe molto più dura senza sapervi con me <3
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