Comincio a scrivere durante uno dei
tanti black-out. E' tradizione da qualche giorno che la luce manchi
quando sono sotto la doccia, magari mentre sto sciacquando la divisa
che avevo isaponato nel lavandino come mi aveva insegnato a fare mia
nonna. E quando manca la luce da queste parti è nero come la pece,
siamo in campagna dopotutto, nessun chiarore esterno che possa
filtrare dalla finestra. Per fortuna non dura molto e ho imparato a
tenere il computer sempre carico. Quando succede, accendo il pc e lo
uso come lampada da tavolo. Capitano cose strane quando metti insieme
trentacique persone in un ashram in India. Lunedì parte della
meditazione consisteva nel visualizzare una persona con cui abbiamo o
abbiamo avuto un conflitto, che ci ha fatto stare male, e inviarle
energia positiva. Le mie compagne, ovviamente molto più evolute di
me, hanno tutte avuto un messaggio da quella persona il giorno dopo.
Per me niente da fare, la belva felina che vive nella mia testa e mi
impedisce di meditare, ha evidentemente intercettato l'energia
positiva e le ha impedito di raggiungere la mia visualizzazione. In
compenso però, nella notte tra domenica e lunedì ho sognato di aver
dimenticato l'orologio nel patio della zona dove si mangia. Nel sogno
sapevo che era notte fonda, ma decidevo comunque di andare a
riprendermelo. Quando ho tentato di alzarmi dal letto qualcosa me lo
ha impedito, tenendomi le spalle incollate al materasso. Mi sono
svegliata con una inquietante sensazione di costrizione, come se ci
fosse qualcuno sopra di me. Ho ripreso coscienza libera dal peso, ma
con il cuore che batteva a mille. Non era una presenza minacciosa,
piuttosto protettiva, come volesse impedirmi di fare qualcosa di
pericoloso. La mattina dopo, il mio orologio si era fermato all'una e
venti del mattino. E non ha più ripreso a camminare. La stessa
notte, anche l'orologio di Klara si è fermato senza motivo. Jean,
nella camera affianco è saltata a sedere sul letto convinta di aver
visto... un grosso felino vicino alla porta della sua camera! Pare
che il gattone abbia trovato il modo di uscire dalla mia testa e si
stia divertendo a movimentare i nostri sonni. Se la mediatzione fa
uscire poteri psichici con cui non sono sicura di voler avere a che
fare, la pratica degli asana si fa ogni giorno più intensa. Lalit
dice che stiamo ancora 'camminando' ma dalla settimana prossima
cominceremo a correre. Sequenze dinamiche di vinyasa flow, integrate
con l'uso di supporti per costruire correttamente gli allineamenti e
allungare e rafforzare il corpo, come nel metodo Iyengar. Sebbene la
certificazione sia in ashtanga, uno dei nostri libri di testo è
'Light on Yoga', un pilastro del maestro BKS Iyengar. A dimostrazione
una volta di più che in India le differenze tra i vari stili non
sono rigide come in Occidente, yoga è quello che conta, il fine
comune, non il mezzo con cui ci arrivi. Oggi, mentre la classe
cominciava a praticare la sequenza che abbiamo costruito la settimana
scorsa, Mysore style, ciascuno per conto suo e secondo i propri
limiti, Lalit si è avvicinato e mi ha detto 'Tu oggi la prima serie
di ashtanga la fai tutta.' E così è stato. Trentotto gradi, umidità
altissima, due ore di pratica intensa al ritmo del mio respiro.
Quando ho finito sembravo uscita dalla doccia. La sequenza, fatta
completa per la prima volta dopo un paio di settimane, ha smosso
tanta energia e per il resto della mattinata ho dovuto muovermi molto
lentamente. Ci sono giorni in cui ci chiediamo come faremo a
continuare a questi ritmi. Momenti in cui non credi di avere
abbastanza risorse per finire la giornata, ma proprio quando stiamo
per cedere ci annunciano che la mattina dopo possiamo fare pranayama
e meditazione per conto nostro o, se ne abbiamo bisogno, dormire un
po' più a lungo. E così ci regalano un'ora di sonno in più.
Oppure, quando ci vedono molto stanchi, anzi che massacrarci con
l'ultima pratica serale, decidono di insegnarci un massaggio da
proporre al momento del rilassamento. Che ovviamente per imparare
pratichiamo tra di noi usando i compagni come cavie. Ci portano al
limite, sia fisico che emotivo, ma mai oltre. Dopo cena, tornando con
Klara verso casa, fuse dopo due ore di studio a due in cui abbiamo
iniziato la tesi che dovremo presentare l'ultima settimana, su asana
e relativi allineamenti, aggiustamenti, indicazioni terapeutiche,
controindicazioni, anatomia e chackras stimolati, abbiamo sentito una
chitarra e una voce maschile, calda e perfettamente intonata,
provenire dal gazebo vicino alla shala. Ci siamo guardate con un WOW
negli occhi: Radiohead, Pearl Jam, Jeff Buckley, una boccata d'aria
leggera rispetto al fumo dei mantra che, denso come l'incenso, ci
piaccia o meno, annebbia la testa giorno e notte. E' stato come se
questa volta fosse l'Universo a sostenerci in un momentro di
debolezza. Dopo aver ascoltato nell'ombra per un po', ci siamo
avvicinate. John, irlandese di Ennis, istruttore di fitness,
viaggiatore cronico e chiaramente musicista talentuoso, si teneva
compagnia, forse in uno di quei momenti di malinconia che a turno
nelle ultime settimane hanno preso tutti quanti. 'Possiamo essere il
tuo pubblico?' Ci ha accolte con un sorriso e così ci siamo
accomodate sui cuscini per terra, grate per quel momento di normalità
in una giornata satura di termini in sanscrito e nozioni tecniche.
Abbiamo passato una bellissima ora insieme, con la luna rossa bassa
all'orizzonte e intorno il silenzio della notte. Domani mantras,
pranayama, meditazione, pratica personale, ayurveda, filosofia,
allineamenti e ancora asana, in silenzio totale. La voce di John e la
musica che ha condiviso con noi come ultima cosa prima di andare a
dormire, ci terranno compagnia fino all'ora di cena, quando
finalmente potremo nuovamente parlare.
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8 commenti:
Leti sono seduta in un corridoio della scuola di Richi, in attsa del primo colloquio individuale con la nuova maestra. Stanca, tirata, arrivata di corsa. Finalmente mi fermo e leggo Letizia!! Che pace mi infondi in questi momenti di tensione. Il silenzio che ci descrivi è proprio quello di cui avrei bisogno e che mi hai trasferito con la scrittura. Grazie!
who is the guy in the second photo?
It's all going well.happy to read it....xxxxx ivi
"Ci portano al limite, sia fisico che emotivo, ma mai oltre" bellissimo e rassicurante, no? :-)
@mostrow: è 'la mucca' che lascia i regali profumati davanti a casa mia. Solo che è un toro! Se me la vedo male gli scateno contro il felino! @ragazze: bello ma duro. Non credevo tanto. Quasi a metà peró e ancora viva :) grazie a tutti dell'attenzione che mi dedicate. Namastè
nah, seems like a nice guy
Never forget to pet the cat before going to bed. Love xxx
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