giovedì 13 novembre 2014

Yoga gives you psychic powers! (and they are not welcome)



















Comincio a scrivere durante uno dei tanti black-out. E' tradizione da qualche giorno che la luce manchi quando sono sotto la doccia, magari mentre sto sciacquando la divisa che avevo isaponato nel lavandino come mi aveva insegnato a fare mia nonna. E quando manca la luce da queste parti è nero come la pece, siamo in campagna dopotutto, nessun chiarore esterno che possa filtrare dalla finestra. Per fortuna non dura molto e ho imparato a tenere il computer sempre carico. Quando succede, accendo il pc e lo uso come lampada da tavolo. Capitano cose strane quando metti insieme trentacique persone in un ashram in India. Lunedì parte della meditazione consisteva nel visualizzare una persona con cui abbiamo o abbiamo avuto un conflitto, che ci ha fatto stare male, e inviarle energia positiva. Le mie compagne, ovviamente molto più evolute di me, hanno tutte avuto un messaggio da quella persona il giorno dopo. Per me niente da fare, la belva felina che vive nella mia testa e mi impedisce di meditare, ha evidentemente intercettato l'energia positiva e le ha impedito di raggiungere la mia visualizzazione. In compenso però, nella notte tra domenica e lunedì ho sognato di aver dimenticato l'orologio nel patio della zona dove si mangia. Nel sogno sapevo che era notte fonda, ma decidevo comunque di andare a riprendermelo. Quando ho tentato di alzarmi dal letto qualcosa me lo ha impedito, tenendomi le spalle incollate al materasso. Mi sono svegliata con una inquietante sensazione di costrizione, come se ci fosse qualcuno sopra di me. Ho ripreso coscienza libera dal peso, ma con il cuore che batteva a mille. Non era una presenza minacciosa, piuttosto protettiva, come volesse impedirmi di fare qualcosa di pericoloso. La mattina dopo, il mio orologio si era fermato all'una e venti del mattino. E non ha più ripreso a camminare. La stessa notte, anche l'orologio di Klara si è fermato senza motivo. Jean, nella camera affianco è saltata a sedere sul letto convinta di aver visto... un grosso felino vicino alla porta della sua camera! Pare che il gattone abbia trovato il modo di uscire dalla mia testa e si stia divertendo a movimentare i nostri sonni. Se la mediatzione fa uscire poteri psichici con cui non sono sicura di voler avere a che fare, la pratica degli asana si fa ogni giorno più intensa. Lalit dice che stiamo ancora 'camminando' ma dalla settimana prossima cominceremo a correre. Sequenze dinamiche di vinyasa flow, integrate con l'uso di supporti per costruire correttamente gli allineamenti e allungare e rafforzare il corpo, come nel metodo Iyengar. Sebbene la certificazione sia in ashtanga, uno dei nostri libri di testo è 'Light on Yoga', un pilastro del maestro BKS Iyengar. A dimostrazione una volta di più che in India le differenze tra i vari stili non sono rigide come in Occidente, yoga è quello che conta, il fine comune, non il mezzo con cui ci arrivi. Oggi, mentre la classe cominciava a praticare la sequenza che abbiamo costruito la settimana scorsa, Mysore style, ciascuno per conto suo e secondo i propri limiti, Lalit si è avvicinato e mi ha detto 'Tu oggi la prima serie di ashtanga la fai tutta.' E così è stato. Trentotto gradi, umidità altissima, due ore di pratica intensa al ritmo del mio respiro. Quando ho finito sembravo uscita dalla doccia. La sequenza, fatta completa per la prima volta dopo un paio di settimane, ha smosso tanta energia e per il resto della mattinata ho dovuto muovermi molto lentamente. Ci sono giorni in cui ci chiediamo come faremo a continuare a questi ritmi. Momenti in cui non credi di avere abbastanza risorse per finire la giornata, ma proprio quando stiamo per cedere ci annunciano che la mattina dopo possiamo fare pranayama e meditazione per conto nostro o, se ne abbiamo bisogno, dormire un po' più a lungo. E così ci regalano un'ora di sonno in più. Oppure, quando ci vedono molto stanchi, anzi che massacrarci con l'ultima pratica serale, decidono di insegnarci un massaggio da proporre al momento del rilassamento. Che ovviamente per imparare pratichiamo tra di noi usando i compagni come cavie. Ci portano al limite, sia fisico che emotivo, ma mai oltre. Dopo cena, tornando con Klara verso casa, fuse dopo due ore di studio a due in cui abbiamo iniziato la tesi che dovremo presentare l'ultima settimana, su asana e relativi allineamenti, aggiustamenti, indicazioni terapeutiche, controindicazioni, anatomia e chackras stimolati, abbiamo sentito una chitarra e una voce maschile, calda e perfettamente intonata, provenire dal gazebo vicino alla shala. Ci siamo guardate con un WOW negli occhi: Radiohead, Pearl Jam, Jeff Buckley, una boccata d'aria leggera rispetto al fumo dei mantra che, denso come l'incenso, ci piaccia o meno, annebbia la testa giorno e notte. E' stato come se questa volta fosse l'Universo a sostenerci in un momentro di debolezza. Dopo aver ascoltato nell'ombra per un po', ci siamo avvicinate. John, irlandese di Ennis, istruttore di fitness, viaggiatore cronico e chiaramente musicista talentuoso, si teneva compagnia, forse in uno di quei momenti di malinconia che a turno nelle ultime settimane hanno preso tutti quanti. 'Possiamo essere il tuo pubblico?' Ci ha accolte con un sorriso e così ci siamo accomodate sui cuscini per terra, grate per quel momento di normalità in una giornata satura di termini in sanscrito e nozioni tecniche. Abbiamo passato una bellissima ora insieme, con la luna rossa bassa all'orizzonte e intorno il silenzio della notte. Domani mantras, pranayama, meditazione, pratica personale, ayurveda, filosofia, allineamenti e ancora asana, in silenzio totale. La voce di John e la musica che ha condiviso con noi come ultima cosa prima di andare a dormire, ci terranno compagnia fino all'ora di cena, quando finalmente potremo nuovamente parlare.



8 commenti:

Unknown ha detto...

Leti sono seduta in un corridoio della scuola di Richi, in attsa del primo colloquio individuale con la nuova maestra. Stanca, tirata, arrivata di corsa. Finalmente mi fermo e leggo Letizia!! Che pace mi infondi in questi momenti di tensione. Il silenzio che ci descrivi è proprio quello di cui avrei bisogno e che mi hai trasferito con la scrittura. Grazie!

ilmostrow ha detto...

who is the guy in the second photo?

Anonimo ha detto...

It's all going well.happy to read it....xxxxx ivi

amisaba ha detto...

"Ci portano al limite, sia fisico che emotivo, ma mai oltre" bellissimo e rassicurante, no? :-)

Letizia ha detto...

@mostrow: è 'la mucca' che lascia i regali profumati davanti a casa mia. Solo che è un toro! Se me la vedo male gli scateno contro il felino! @ragazze: bello ma duro. Non credevo tanto. Quasi a metà peró e ancora viva :) grazie a tutti dell'attenzione che mi dedicate. Namastè

ilmostrow ha detto...

nah, seems like a nice guy

silvia ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
silvia ha detto...

Never forget to pet the cat before going to bed. Love xxx