Photo by Klara Ka
Finito oggi il secondo e ultimo
'Knowledge Check', un esame scritto a trecentosessanta gradi su
quello che abbiamo studiato fino ad ora. Rimane l'ultimo round di
prove pratiche, che stiamo affrontando divisisi in gruppi di dieci
alla volta. Ancora un paio di giorni e arriverà il tanto sospirato
momento del diploma. Domani mezza giornata libera, ma domenica sarà
giornata piena, di ore di lezione e di studio. Questa sera per
celebrare, per una volta disertato Kathmandu, abbiamo occupato il
cortile del ristorante tibetano su Beach Street, una casa in cui al
primo piano vive una famiglia che qualche giorno a settimana apre il
cortile per accogliere chi voglia mangiare con loro. Tre tavoli
comuni, bassi come sempre da queste parti, circondati da divani senza
spalliera, ricoperti di stoffe rosse, verdi, gialle e cuscini con
ricami dorati. Alberi di banane e altre piante tropicali spuntano a
caso dal cemento irregolare del pavimento ricoperto di stuoie. Sulla
testa un pergolato di rampicanti, non troppo
efficiente per ripararci dall'umidità della notte, ma sicuramente molto
suggestivo. Entriamo scalzi nel giardino, le scarpe si lasciano sulla
strada prima di varcare l'ingresso come al solito. Ci accomodiamo a
gambe incrociate, sui divani bassi o per terra, schiena dritta senza
cercare appoggi. Le sedie fanno parte di una quotidianità alla quale
dovremo riabituarci una volta tornati alla vita normale, in India non
esistono. Il clima è allegro, aria da ultimi giorni di scuola. Mi
mancheranno questi compagni di viaggio, ormai diventati una famiglia.
Li guardo e sorrido ripensando a frasi sentite qua e là e momenti
vissuti insieme durante questo mese, situazioni di ordinaria
amministrazione qui dentro, ma che fuori sono da manicomio. Adam in
un confuso stupore notturno, 'Michael mi ha svegliato all'una,
convinto che fossero le 6,20. Mi sono buttato giù dal letto pensando
'Shit, I'm gonna be late for meditation!'' Klara, che durante un
esercizio a due con aria di sognante ammirazione mi dice 'Darei
qualunque cosa per avere i tuoi bicipiti femorali...' complimenti da
yogi! La voce potente con marcata inflessione dublinese di Niamh che
entra dalla finestra appena aperta alle cinque del mattino, mentre
ripassa il saluto al sole, fuori buio pesto e canto dei grilli,
'INHALE raise your hands above your head, EXHALE fold on your knees.'
Simone, di padre irlandese e mamma giamaicana, nata e sempre vissuta
a Londra della quale ha un inconfondibile accento che però riesce a
colorare di verde e arancione quando imita Niamh che studia il
saluto al sole nel cuore della notte 'INHALE raise your hands above
your head... 'Non è alle 5 del mattino quando suona la sveglia che
mi disturba, ma quando mi tiene sveglia all'una di notte, ''ain't it
babe?' '
Cose che non mi mancheranno: i silenzi
del giovedì. Trasportare le damigiane d'acqua da cinque litri e
ogni sera travasare le dosi giornaliere nella bottiglia che mi porto
sempre dietro e in quella che uso per lavarmi i denti. Lavare i
vestiti nel lavandino. A questo punto le divise hanno un colore
giallo marroncino e sono veramente inguardabili: di tre set ciascuno,
stiamo tutti cercando di combinare i pezzi meno sporchi per il giorno
del diploma. La terra rossa, che vola in continuazione, ti si attacca
alla pelle e ai vestiti e la sera te la devi lavare di dosso. La vedi
colare con l'acqua della doccia insieme alla stanchezza della
giornata. Cose che invece mi mancheranno: quella stessa terra rossa,
esotica e prepotente, ma allo stesso tempo rassicurante, che riempie
lo sguardo e scalda il cuore. Ti da il benvenuto il momento che
atterri e lo rinnova ogni giorno quando ci cammini sopra quasi
scalza, come unica barriera le ciabatte. Chiedo scusa in anticipo a
chi verrà alle mie lezioni tra due settimane, non ho idea di quente
pedicures ci vorranno per eliminarla dai miei piedi. Il sole al
tramonto, che non sono ancora riuscita a fotografare come merita
perchè a quell'ora siamo sempre nella shala. Nei giorni prima di
ripartire mi metterò d'impegno per catturarlo almeno una volta e
spero di rendergli giustizia. Non ho mai visto un sole così, nè in
Australia, nè in Sardegna che è comunque famosa per i tramonti. Qui
ha dimensioni enormi, verso le sei di sera diventa una palla
arancione dai contorni incredibilmente definiti, si tuffa nel mare e
sparisce in pochi minuti. Il buongiorno silenzioso nel sorriso di
Pema quando ci incontriamo uscendo di casa alle sei del mattino,
avvolte negli scialli colorati, per andare alla prima classe della
giornata. Camminiamo fianco a fianco senza dire una parola,
consapevoli della reciproca presenza amica ed energia positiva che ci
tiene compagnia. Dopo il rientro ci vorrà qualche giorno per
rientrare nella vita di prima e cercare di incorporare almeno parte
della routine indiana a quella di casa.