sabato 12 luglio 2008

Rumble in the Jungle



Come al solito il passaggio da viaggiatori a turisti crea qualche problema di adattamento. Dopo essere stati padroni assoluti del nostro tempo per tanti mesi, la vita regimentata di Plantation Island Resort nell'isola di Malololailai non ha avuto il sapore immediato della vacanza. Il Villaggio Turistico era un'esperienza che ancora ci mancava e l'ambientazione ha limato quasi ventiquatt'ore dall'esperienza stress-free che cercavamo. Buoni colazione, pranzo e cena a orari stabiliti hanno provocato uno shock al sistema, ampiamente pero' compensato dal talento degli chefs. Non tutti gli anglofoni antipodiani nostri compagni di villaggio hanno apprezzato. Nonostante le paste all'italiana, frutta fresca a colazione e un buffet eccezionale il resto della giornata, non mancava chi ordinasse uova e pancetta con 40 gradi all'ombra. Dalla cucina abbiamo regolarmente visto uscire vassoi pieni di hamburgers, patatine e hot dogs da fast food a tutte le ore, chiedendoci allibiti chi potesse aver fame tra un pasto e l'altro. Le spiagge sono indiscutibilmente piu' spettacolari, il mare piu' bello, ma l'atmosfera non era poi cosi' diversa dai villaggi della Spagna, Portogallo e isole Canarie infestate dagli inglesi che normalmente evitiamo come la peste.







Dopo sei mesi intrappolate in compagnia dei soli genitori Nina e Sara hanno accolto con gioia la novita' del Kids Club: non si sono perse una caccia al tesoro ne' una sessione di intreccio di foglie di palma e hanno fatto amicizia con Racheal e Stephanie, due bambine di Auckland della loro eta'. Una sera, Ritchie, l'animatore che riesce ad aprire le noci di cocco a mani nude, ha chiesto a tutti i bambini australiani di formare un gruppo da una parte e a quelli neozelandesi di schierarsi dall'altra. Abbiamo visto Sara afferrare per un braccio la sorella che era partita di corsa per unirsi allo schieramento neozelandese. Ridendo, ci siamo resi conto di quanto a questo punto siano confuse le nostre figlie.
Un'altra amicizia e' stata quella con Craigh, un bambino dell'eta' di Nina che dal nulla si materializzava al tavolo del biliardino appena uno di noi si avvicinasse. In diverse occasioni ha giocato con me, Brendan, Nina e Sara, ma non l'abbiamo mai visto da nessun'altra parte, ne' in compagnia di altri bambini o genitori, tanto che verso la fine della settimana abbiamo cominciato a dubitare che fosse in carne e ossa.







Quando finalmente siamo entrati nel ritmo colazione-spiaggia-pranzo-spiaggia-cena-letto, per fortuna in un posto grande abbastanza da evitare la folla e trovare angoli di spiaggia solo per noi, abbiamo apprezzato il bellissimo mare, sole e riposo. Per una settimana ci siamo dimenticati di possedere scarpe, camminando scalzi nella 'manicured jungle' dalla quale ogni tanto ci aspettavamo di veder uscire John Loch. L'ultimo giorno, sveglia alle sette per volo alle dieci, Sara si e' svegliata con uno dei suoi attacchi di vomito a sorpresa, probabilmente combinazione di gelato e poco altro che aveva mangiato la sera prima. Ci siamo trovati in una fila lunghissima per passare i controlli di sicurezza con la bambina che a intervalli di venti minuti nascondeva la faccia in una busta di plastica e con drammatici effetti sonori (BLAHHH) produceva gelato al cioccolato semidigerito. Mi sono cosi' trovata a chiedere impassibile al poliziotto: "Devo passare anche questo al metal detector?" mostrandogli la busta di plastica trasparente con il frutto degli sforzi della mia povera figlia minore. Mi ha guardata con un misto di compassione e orrore, facendomi passare dritta senza badare agli scarponi da trekking che hanno immancabilmente fatto suonare tutti gli allarmi.





Don't don't don't don't take my coconuts...


Ormai comprovata la mia teoria che piu' spazio hai piu' lo riempi di cose inutili, visto che non riusciamo a mantenere i buoni propositi di mantenere un bagaglio vuoto, siamo ricorsi a mezzi drastici: oggi abbiamo rispedito a casa un pacco con uno degli zaini e altri 10kg di non so piu' che cosa. Ridotti i bagagli a tre pezzi, siamo pronti ad attraversare il Pacifico e la date line. Tra breve saremo considerevolmente piu' vicini a casa ma allo stesso tempo molto piu' lontani di quanto lo siamo stati nei cinque mesi passati. Per questo e per la distanza che dovremo coprire in poche settimane sara' la parte piu' difficile del viaggio, la piu' intensa. Non sappiamo molto di quello che ci aspetta dall'altra parte del Pacifico: i Books of Lies delle prossime destinazioni vergognosamente mai aperti ci terranno compagnia nel volo transoceanico nel quale speriamo di mettere insieme un itinerario per le prossime sei settimane.





6 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao!grazie per la risposta...in effetti mi sn andato a cercare e leggere i primi post! Il mio datore di lavoro mi ha dato 15gg di ferie...e siamo rimasti tutti sbalorditi!!non credo di riuscire ad ottenere di più!!!cmq ne ho approfittato: 15gg in giro per la Malesia.. ;-) Ciao ciao

Unknown ha detto...

Rieccovi materializzati e pronti per ripartire veso una nuova avventura.. bei posti e bellissime foto. Ci mancavate un po' :)

Letizia ha detto...

Grazie per le foto :-)
Siamo sempre qui ma dipendiamo dalla connessione che d'ora in avanti sara' sempre meno affidabile. Non disperare, in un modo o nell'altro riusciremo a postare anche dal Sudamerica.

Luz ha detto...

Oooooooh, finalmente!Aspettavo con ansia le foto fijiane (???)...belle, belle!!!
Buona "ultima" parte del viaggio...non vedo l'ora di leggervi dal Sudamerica!

Silvia ha detto...

PARADISIACO !
sono contenta di sentirti riposata e carica.
Aspetto con ansia i post sudamericani...
Bacioni

Mr Smiss ha detto...

Ma che facce beate quelle due!!! Capisco che deve avervi fatto "strano" cosi' tanta organizzazione! Uau! persino gl'animatori!!
E' vero che ci mancavate...! mmm...piedi nudi per una settimana...UAU!!!
PS Povera Sara....!!!!