venerdì 8 agosto 2008

Accoracai



E' un villaggio piccolissimo che non si trova su nessuna guida, probabilmente neppure sulle cartine locali, poche case arrampiacte sulla montagna di cui neppure la gente di Cusco ha sentito parlare. Un'ora e mezzo di macchina a nord ovest di Cusco, dopo il paese di Izcuchaca, si prende una strada bianca che sale sulla montagna e arriva ad Accoracai. E' uno dei dieci villaggi assistiti dalla Parrocchia di Belen dove due o tre volte al mese il coche del Padre Nicanor porta medico, infermiera, psicologo e medicine alla gente che non puo' fare il viaggio fino a Cusco. Tre volte alla settimana il personale del centro medico si mette in macchina e va a visitare un villaggio troppo lontano dalla citta' perche' i suoi abitanti possano arrivare in citta'.
Questa volta i coche erano due: il 'Carro Rojo' che portava medici e medicine, e il 'La Nena', la macchina nuova che portava i gringos, pane e banane. All'entrata del paese ci ha accolti una folla di bambini di tutte le eta' che e' salita sul retro del fuoristrada e ci ha accompagnati fino alla chiesa davanti alla quale si tiene l'ambulatorio, all'aperto, usando il retro della macchina come punto d'appoggio.
Le condizioni di vita sono poverissime, senza luce elettrica o acqua corrente, l'alimentazione a base di legumi e patate, condizioni igeniche disastrose. Lo psicologo ci ha raccontato di un degrado sociale incredibile con molte violenze su donne e bambini, bambine che a dieci anni diventano madri loro malgrado, spesso a causa del proprio padre. La cosa che colpisce di piu' e' l'apatia, la rassegnazione di questa gente per cui lo stato di cose e' immutabile nonostante gli sforzi di medici, sacerdoti e insegnanti per cercare di fargli conoscere un'alternativa, una via d'uscita.
Dopo aver distribuito il pane e le banane che avevamo comprato per la strada abbiamo osservato la Dotora Lisbeth che insieme alla Hermana Matilde e l'infermiera Norca visitavano le persone che via via si avvicinavano. Dopo gli adulti, anche i bambini si sono fatti avanti, la maggior parte per problemi derivanti dai parassiti.
Nina e Sara giocavano con i bambini del villaggio usando un berretto da lanciarsi l'un l'altro in mancanza di una palla. Tipicamente, prima si sono fatti avanti i maschi mentre le bambine guardavano da lontano, troppo timide per avvicinarsi. Una volta esaurita la novita' delle bambine gringhe, i maschi si sono allontanati e solo a quel punto si sono avvicinate le femmine, meno aggressive e piu' curiose. Ci hanno tenuto compagnia fino alla fine della visita quando dopo aver fatto un minimo, siamo risaliti in macchina lasciandoci Accoracai e i suoi abitanti alle spalle.











1 commento:

Silvia ha detto...

Difficile trovare anche solo una parola da dire ... voglio solo esprimere tanto rispetto per tutte le persone che dedicano il proprio tempo ad aiutare gli altri, e tanta tristezza per gli abusi subiti dai bambini, che nel mondo sono sempre troppi.
Vi abbraccio forte, grazie ancora per questa wide open finestra su una parte di mondo lontana.