sabato 16 agosto 2008

Lima!




"Non riesco a credere di essere arrivata fin qui!" Sembra essere la frase ricorrente nell'ultimo mese. Ancora una volta, da Lima, assume un significato particolare: e' la fine dei chilometri in autobus, della scalata al continente che solo qualche settimana fa sembrava impossibile da completare. Lima rappresenta anche la fine del viaggio, sarebbe stata l'ultima destinazione se BA volasse da qui, ma siccome non e' tra le sue destinazioni dobbiamo prendere un volo separato fino a Buenos Aires per tornare in Europa, visto che ci siamo fermandoci qualche giorno.

Sapevamo che Lima non fosse una citta' particolarmente bella, ma la realta' e' stata ancora peggio delle aspettative. Cento chilometri di lunghezza per 50 di larghezza, con un mare grigio e piatto sotto una cappa perenne di smog. Traffico impossibile a tutte le ore del giorno e della notte, inferriate alle finestre dappertutto e tassisti chiusi in gabbie di metallo, queste le immagini che ho della capitale peruviana. Fondata da Francisco Pizzarro e distrutta piu' volte dai terremoti, oggi e' un miscuglio di edifici prevalentemente anonimi e bruttini, occasionalmente intrecalati da qualche palazzo antico sopravvissuto alla distruzione. La Plaza Mayor fa eccezione con una concentrazione di edifici belli tra cui il Palazzo dell'Arcivescovo e la sede del governo, per il resto bisogna girare con il naso in aria per scoprire quell'unico edificio in ogni strada che interrompe la colata anonima di cemento. Pensandoci bene, si potrebbe fare un ritratto estremamente bugiardo della citta' andando a fotografare solo quei palazzi che se pur belli, si perdono nella babele informe del resto.

Eppure, nonostante l'oggettiva bruttezza, la nostra esperienza della citta' e' stata incredibilmente positiva. Grazie a mamma, anzi che andare a stare in un albergo anonimo, siamo stati ospitati dal Collegio dei Salesiani vicino a Piazza Bolognesi dove anche se in camere singole e con un'atmosfera da ritiro spirituale siamo stati accolti con calore dalla comunita' che ci ha fatti sentire come a casa. Per sdebitarci, una sera abbiamo cucinato insieme al señor Jesus, il cocinero, che a grande richiesta dei Padri italiani e peruani ha voluto imparare da noi il sugo di pomodoro e le melanzane alla caprese. Tra gli ospiti dei Salesiani, abbiamo conosciuto Padre Luigi, un sacerdote veneto con la vocazione del missionario che ordinato sessant'anni fa, aveva chiesto di essere mandato in India. L'ordine l'ha invece spedito nella giungla ecuadoreña nella quale e' rimasto per 54 anni evangelizzando gli indios, vivendo in mezzo a loro senza ne' luce elettrica ne' acqua corrente. Al momento si trova a Lima per completare la traduzione della Bibbia in una oscura lingua della selva della quale non ricordo neppure il nome.

Quello che alla citta' manca in estetica, regala sorprendentemente in cultura. Abbiamo visitato solo alcuni dei tantissimi musei che la citta' offre, tra questi il Museo de Oro e l'incredibile Museo Poli, la casa privata di un collezionista italiano che raccoglie pezzi di arte e archeologia precolombiani e coloniali, talmente originali da fare concorrenza ai musei pubblici. Tra i pezzi piu' belli, il tesoro del Signore di Sipan, trovato nella tomba di un re della civilta' Moche scoperta nel 1987, paragonabile per ricchezza e importanza a quella di Tutankhamen.

Grazie a Padre Lombardi, direttore della Scuola Salesiana del Callao, abbiamo scoperto l' altro talento di Lima: la cucina. Il Callao e' la zona del porto, conosciuta ed evitata da limeñi e turisti come un'area pericolosa in cui anche la polizia non riesce a tenere sotto controllo le bande di ragazzini armati che dominano le strade. Padre Lombardi e' venuto a prenderci con una macchina che non ha neppure rallentato fino a dopo che il cancello della scuola si e' richiuso dietro di noi e siamo stati al sicuro nel cortile. Dopo una breve visita dell'istituto, la macchina ci ha depositati al Colorao, un ristorante sul lungomare dove il señor Andres, dueño, cocinero e cameriere, ha preparato per noi il ceviche, il piatto a base di pesce crudo tipico del Peru'.
Come spesso succede, quando il posto non ha molto da offrire a prima vista, abbiamo dovuto lavorare un po' per trovarne i lati buoni, un po' nascosti ma pur sempre presenti. In questo caso il calore della gente ha piu' che compensato le carenze della citta'.
Alla fine del terzo giorno abbiamo salutato la nonna e preso il volo per Buenos Aires.


Plaza Mayor




La Rosa Nautica, il ristorante piu' famoso della costa


Larcomar



Andres&Eduardo con Padre Lombardi





Collana del Signore di Sipan al Museo Poli

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Just wanted to wish you best of luck for your journey home
I really enjoyed that part in south america!
Hello to Brendan and the girls
Ciao!

Letizia ha detto...

Hi Elisabeth, thanks for the comment and the trouble of reading me in Italian! Last night in Buenos Aires before the journey home, (I'm a little behind with the posts), mixed feelings and 15 hours on the plane ahead, I can really do with with some cheering up :-(

Luz ha detto...

Ciao!Ho letto gli ultimi post di Brendan da BA e dall'aeroporto...in questo caso siete stati proprio complementari, e sono contenta di leggere le ultimissime battute sul viaggio!Leggervi contemporaneamente mi ha dato sensazioni a 360°.Ti lascio qualche giorno di tregua, ma poi, ti prego, continua a scrivere!

Luz ha detto...

p.s. BENTORNATI!!!

Anonimo ha detto...

...e buon ritorno home...! Il prossimo viaggio va fatto nel senso opposto, mi raccomando! :-)

Anonimo ha detto...

siete arrivati a casa ??

Letizia ha detto...

Si tornati a casa e la riorganizzazione della vita reale richiede tutto il nostro tempo ed energie al momento, per questo l'assenza dal mondo virtuale. Non ho ancora finito col blog pero', tornero' presto a farmi sentire.

Anonimo ha detto...

..spero di risentivi presto allora!! :-) ciao...e buon ritorno alla normalità!!

Anonimo ha detto...

bhe dai , Lima è una città dagli opposti incredibili,io la conosco molto bene dato che ci sono stato già 5 volte, mi sembra che la tua descrizione sia un tantino limitata, ci sono quaritieri fantastici come barranco o la punta dove si mescolano case colorate dall architettura coloniale fantastiche poi il centro miraflores e larcomar ,e l olivar ...poi sono davvero poci i taxisti chiusi in gabiette io ne avrò contati una decina su 200 che ne ho presi,il traffico è tosto ma regolare dato che la maggior parte delle vie va in un unico senso,
unica lamentela che non si fermano per farti passare...ma nn ho letto tuoi commenti sulla cucina, nn dirmi che non ti è piaciuta?
ciao
cmq ognuno ha diritto di esprimere le proprie sensazioni: ) la mia nn è una critica

Letizia ha detto...

Descrizione limitata ai 4 o 5 giorni che ci abbiamo passato: scicuramente tu che ci sei stato 5 volte la conoscerai meglio di me. Posso pero' assicurarti che tutti i taxi su cui siamo saliti avevano l'autista ingabbiato e che il traffico fosse veramente caotico. Miraflores e Larcomar meglio del resto, anche alcune parti del Callao molto colorate, ma non tanto belli, a mio modesto parere, da giustificare il resto. Non per nulla la citta' e' sulla mappa turistica come una tappa poco piacevole ma necessaria per visitare il resto del paese. Per noi quello che ha fatto la differenza e' stata la gente che abbiamo avvicinato, la cui accoglienza ha piu' che compensato la citta'. Immagino per te sia lo stesso se ci torni cosi spesso :-) La cucina si, fantastica, soprattutto il ceviche, come dico nell'ultima parte del post. Divergenza di opinioni, ma il mondo e' bello perche' vario e c'e' posto per tutti :-)