Non potevamo rimandare oltre, quattro giorni a Cusco e ancora niente pietre! Per fortuna Natalie, nostra guida e vecchia conoscenza di mammma, ha colmato la lacuna con un itinerario intenso di due giorni nelle campagne intorno a Cusco alla caccia di rovine Incas.
Giorno uno, preso in prestito il coche che il Padre ci ha gentilmente messo a disposizione, ci siamo diretti a Moray, un villaggio con case di fango e strade impraticabili anche con il fuoristrada a due ore e mezzo di macchina a nord di Cusco. Natalie ci ha spiegato come da queste parti le distanze non si misurino in chilometri ma in tempo cosi'' che anch'io ho adottato questa unita'di misura. La strada asfaltata arriva fino a un certo punto, poi si gira per una strada bianca che diventa prograssivamente piu' accidentata fino a raggiungere il villaggio di Moray. Lungo la strada abbiamo dato un passaggio a diverse persone che via via si avvicendavano sul retro del fuoristrada, bussando sul vetro quando arrivati a destinazione volevano scendere. L'ultima, una vecchietta con un enorme fascio di paglia sulle spalle che parlava solo quechua ma che quando e' scesa ha trovato le parole per benedirci in castigliano.
Attraversato il villaggio di Moray per l'unica strada praticabile siamo arrivati alle rovine. Si tratta di coltivzioni a terrazza profonde 150 metri risalenti al periodo incaico. Sotto un sole che picchiava inclemente ci siamo fatti coraggio e scesi fino al centro della struttura mentre Natalie ci spiegava come le terrazze venissero usate come una serra nella quale gli Incas facevano esperimenti di orticultura cercando di migliorare la qualita' di mais, quinoa e patate. Arrivati in fondo, abbiamo visto diverse persone raccolte intorno a un buco al centro dello spiazzo, alcuni in meditazione. Natalie ci ha spiegato come il luogo abbia anche un significato religioso e secondo alcuni sia fulcro di energia. Essendo Agosto il mese di Pachamama, molte persone confluiscono a Moray per fare un'offerta alla Dea Madre, seppellendo foglie di coca, monete o nel nostro caso, caramelle!
La risalita e' stata particolarmente pesante: per uscire dalla struttura bisogna utilizzare gli scalini originali costruiti dagli Incas e arrampicarsi sulle pietre. Mamma, avendole visitate diverse volte nel corso degli anni, ci aspettava saggiamente in cima.
Dopo un'altra ora siamo arrivati a Ollantaytambo, un paese molto turistico anche se in maniera piacevole, dal quale parte il treno per Machu Picchu e molti operatori turistici partono per quella che e' la camminata piu' famosa del mondo: Il Cammino degli Incas, un viaggio a piedi di diversi giorni durante i quali si raggiungono i 5000 metri di altitudine e si dorme in tenda per poi arrivare a Machu Picchu all'alba dell'ultimo giorno e avere come premio la vista del sole che sorge sulle rovine deserte e la citta' a disposizione dei pochi eletti visto che i primi turisti arrivano verso le nove.
La piazza del paese sulla quale si affacciano ristoranti e negozi di artigianato e' sovrastata dalle rovine, secondo alcuni una fortezza che ha tenuto a bada i Conquistadores per un tempo lungo abbastanza da scoraggiarli a cercare Machu Picchu, secondo Natalie un tempio. Dopo aver visitato il posto ed essere saliti fino in cima, tendiamo a credere alla versione di Natalie perche' se veramente fosse una fortezza non si spiegherebbero le scale che portano fino in cima. Sopra la struttura a terrazze si distingue un tempio con elementi per l' osservazione del cielo. Alla base, i resti di un piccolo villaggio con case, un sistema di acquedotto e delle terme rudimentali in forma di vasca con un ricambio costante di acqua conosciuto come "Il bagno degli Incas", secondo Natalie abitato da una popolazione addetta al servizio dei sacerdoti che abitavano il tempio.
Distrutti dopo esserci arrampicati sulle pietre e aver camminato tutto il giorno sotto il sole ad un'altitudine di 3500mt, ma decisamente meno ignoranti, ci siamo addormentati alle otto di sera con la sensazione di aver guadagnato il letto.
2 commenti:
Glad to see a photo of the photographer once in a while !
xxx
Una delle poche in cui non mi abbiano tagliato la testa!
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